
Martedì 18 maggio 1999
I «figli» a quattro zampe di
una coppia di Monza
sono entrati a far parte dell'intesa davanti ai giudici
Cane e gatti a lei, li mantiene lui
Accordo di separazione: per le visite agli
animali bastera' un preavviso
MONZA - Per dieci lunghi anni cani e gatti
hanno condiviso con i padroni lo stesso tetto, le gioie e le avversita' di ogni giorno.
Persino le vacanze. Poi, nella coppia di «umani» che li ha allevati come figli qualcosa
e' cambiato. Nessun dramma, semplicemente marito e moglie, hanno deciso di
separarsi. E i «figli» a quattro zampe sono entrati a far parte dell'accordo
raggiunto fra i coniugi davanti al giudice. Resteranno con lei, nella casa di famiglia,
mentre lui, il padrone, pensera' alle loro necessita', versando 800 mila lire all'anno per
il mantenimento. Quando li vorra' vedere, bastera' soltanto una telefonata di preavviso
alla sua ex.
La vicenda, finita sui tavoli della magistratura civile di Monza, e' quella che ha per
protagonisti un cane, tre gatti, e i loro padroni, marito e moglie, che li hanno nutriti,
coccolati e amati senza riserve ma che poi, di comune accordo, hanno preso strade diverse.
Tecnicamente hanno insomma «optato» per la separazione consensuale.
I due sono una coppia di brianzoli quarantenni. Lei, lavora alle dipendenze di un'azienda
della zona. Lui, ha un'attivita' autonoma, nel settore dell'informatica. Dieci anni
fa si erano sposati. In comune, oltre all'amore reciproco, anche quello smisurato nei
confronti degli animali. Nessuna sorpresa, dunque, se negli anni da sposati hanno
allargato la «famiglia» a un cane e tre gatti. Con qualche problema (baruffe tra
«fratelli») ma per lo piu' tanti momenti di gioia e divertimento.
La loro vita ha continuato a scorrere così, tranquilla, fino all'anno scorso, quando
qualcosa e' cambiato e marito e moglie hanno preso strade diverse. Sino a decidere per la
separazione consensuale. Ancora di comune accordo si sono rivolti al tribunale civile di
Monza. Nessuno dei due ha preteso assegni di mantenimento dall'altro, potendo
entrambi provvedere al proprio sostentamento in modo autonomo con il proprio lavoro. La
casa coniugale e' stata assegnata alla moglie, come era prevedibile.
Non avendo avuto figli, restava soltanto da sistemare la «questione» piu' dolorosa: come
regolarsi con i quattro animaletti, senza farli soffrire? Non c'era bisogno di farli
rientrare nella causa di separazione consensuale, certo. Consigliati dall'avvocato di
fiducia, pero', «mamma e papa'» hanno preferito garantire anche al cane e ai gatti un
futuro sereno.
Per non sconvolgere le loro abitudini, hanno deciso (e messo nero su bianco di fronte ai
legali) che i quattro animali continueranno a vivere nella casa di famiglia dove sono
cresciuti. Per provvedere alle loro necessita', inoltre, si e' preso l'impegno di versare
800 mila lire all'anno.
Ruggiero Corcella
Maggio
1999


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