Giovedi' 27 maggio 1999

I PRECEDENTI
Un mondo “clandestino” vive con queste sfide mortali

ROMA _ Il campione si chiama Autotreno. Forse perche' in pochi secondi passa sopra gli avversari, li schiaccia, li sbrana. Il suo record? In 86 secondi ha demolito il cane di turno.
Autotreno e' un pitbull nero. e' ”latitante”, come un criminale, perche' la polizia da un mese lo sta cercando ovunque. Un’indagine partita dal Lazio che pero' sta portando in tutta Italia. Sì, perche' il fenomeno delle scommesse sui cani si sta diffondendo dovunque. In aprile quindici allevatori di cani da combattimento sono stati denunciati, una vera e propria organizzazione che partendo da Tivoli e Ostia era arrivata fino ad Abruzzo, Marche, Lombardia e Piemonte. Nel mondo delle scommesse sui cani girano soldi. E molti. Una singola puntata puo' arrivare fino a dieci milioni. Per non parlare del valore di un campione come Autotreno che si aggira su diverse decine di milioni.
I combattenti sono soprattutto pitbull e rottweiler. Ma adesso nelle arene stanno arrivando anche gli alani, magari soltanto perche' siano sbranati dai campioni negli allenamenti. Gli ”atleti” sono preparati con esercizi massacranti, ore e ore ogni giorno passate a su tapis roulant legati a un guinzaglio. Ma non basta, bisogna anche sviluppare l’aggressivita'. Ecco allora i maschi di pitbull messi a confronto di fronte a una femmina in calore. Alla fine, dopo mesi di lavoro, arriva il match. I combattimenti non avvengono solo tra cani, ma anche con cinghiali e puma. e' una lotta all’ultimo sangue, con i molossi che si divorano uno con l’altro, si spezzano le ossa, si strappano gli occhi. Vince chi sopravvive. Gli altri vengono seppelliti in cimiteri clandestini, come quello trovato a Campi di Sambuci tre mesi fa.
L’organizzazione sgominata dalla Squadra Mobile di Roma e dai Commissariati di Tivoli e Ostia aveva preparato anche un videocassetta catalogo per mostrare la propria attivita' e il decalogo del perfetto allevatore di pitbull. «Non vendere subito il tuo cane che perde», era la prima regola. «Tutti i cani vanno trattati individualmente, non criticare i cani che non iniziano da giovani». Fino all’ultima: «Se non soccorri il tuo cane ferito non meriti di avere un campione». Prima li mandano a morire e poi dicono di soccorrerli.

F. Sa.

Maggio 1999