Sabato 26 giugno 1999

La carcassa da domenica in via Scarfoglio. La Lega pone il problema della sepoltura degli animali
Cane morto, sei giorni nel cassonetto

di MAURIZIO CIRILLO

PESCARA _ E’ rimasta per una settimana dentro un cassonetto dell’immondizia quella carcassa di cane. Un cane morto, impacchettato come una mummia e gettato in mezzo ad un mucchio di rifiuti senza che l’autore di questo gesto inqualificabile si fosse posto il problema di quale rischio, per la salute pubblica, poteva costituire quella carogna in putrefazione. E’ rimasta ĺ nonostante la sua presenza fosse stata denunciata domenica scorsa da alcuni passanti che notarono l’insolito pacco nel bidone che si trova all’angolo tra via Scarfoglio e via Silone (nella zona della pineta, peraltro molto frequentata) e nonostante la notizia fosse apparsa anche sul nostro giornale. Sei giorni senza che nessuno, e ci riferiamo al servizio del Comune, si preoccupasse di togliere quel cane dall’immondizia: senza che nessuno, operatori ecologici per primi, avesse avuto il buon senso di segnalare quella presenza. Soltanto ieri la carcassa dell’animale e' stata rimossa con il consenso del veterinario della Asl, intervenuto anche a seguito delle lamentele dei residenti nella zona, costretti a convivere con quel cattivo odore che fuoriusciva dal cassonetto, reso ancor piu' forte dalle ultime giornate soleggiate.
Un episodio inqualificabile sul quale e' intervenuta anche la Lega nazionale per la difesa del cane, con una nota a firma di Lina Bufarale, che attacca senza mezzi termini l’amministrazione comunale. «C’e' da riflettere - scrive la Bufarale - sulla colpevole latitanza delle istituzioni e piu' precisamente del Comune che puo' costringere i proprietari di animali a soluzioni discutibili quando non sono condannabili». La sepoltura dei resti degli animali e' vietata anche nel proprio giardino proprio perche' la legge prevede che le carcasse, per ovvi motivi di natura igienico-sanitaria, vengano distrutte termicamente (ma a Pescara non c’e' l’inceneritore), e da' comunque facolta' ai sindaci di individuare aree apposite nelle quali consentire la sepoltura degli animali (e anche questa manca). Della vicenda si erano occupati anche i carabinieri ipotizzando il collegamento con le scommesse sui cani e quindi con l’uso di molossi di grossa taglia per allenare i campioni da combattimento. Tesi comunque esclusa dal veterinario che ha esaminato la carcassa.

Giugno 1999