
Mercoledi' 21 luglio 1999
Vivono di piu' gli
animali domestici. Il dottor Amerio Pievaroli :
«Portateli a spasso
nei parchi e teneteli a dieta»
Per
Fido le stesse cure del nonno
La “lunga” terza
eta' di cani e gatti: il veterinario spiega come aiutarli
di FRANCESCA CROCIANI
Un elisir di lunga vita anche per gli animali. Una ricetta
che non ha niente a che fare con il meteorite alieno caduto nella piscina
del film "Cocoon". Si tratta piuttosto di una vita tranquilla e
un’alimentazione piu' ricca e corretta; e soprattutto, dicono i
ricercatori giapponesi, padri della ricerca che ha scatenato l’allarme
"senilita'" per gli animali, e' merito dei padroni premurosi,
attenti a ogni necessita' dei loro "amici a quattro zampe".
«Ormai gli animali vengono trattati come esseri umani. A ogni piccolo
sintomo, fosse anche una puntura di zecca, i proprietari corrono subito
qui, pregandoci di guarire il loro fedele amico. Per questo cani e gatti
vivono di piu' rispetto a qualche anno fa». Mentre parla, il dottor
Amerio Pievaroli, capo di un grande studio veterinario in via Gastaldi,
sta dando una carezza a un pastore tedesco di 12 anni, con una vistosa
fasciatura all’orecchio sinistro. Lo ha operato per una otite cronica.
«Guarira' presto», dice mentre gli infermieri lo portano via sulla
barella.
Dottor Pievaroli, come e' cambiata la professione del medico
veterinario in seguito a questa maggiore "longevita'" degli
animali domestici?
«Ormai la medicina veterinaria va di pari passo con
quella umana. Il fatto di doverci occupare sempre piu' spesso di animali
vecchi, ci ha messo di fronte a problemi prima impensabili. Abbiamo dovuto
affinare le nostre conoscenze, specializzarci in settori che fino a 20
anni fa non erano considerati. Ora esistono veterinari con la
specializzazione in oculistica o dermatologia; c’e' l’ortopedico, il
neurologo e quello che si occupa di medicina interna e di ecografie. Qui
allo studio noi lavoriamo in e'quipe».
Quali sono i disturbi piu' frequenti negli animali domestici
"anziani"?
«Per il cane e il gatto sorgono piu' o meno gli stessi
problemi che affliggono noi umani. Col passare degli anni, tutto
invecchia: anche gli organi interni, come il fegato e i reni, che non
funzionano piu' come dovrebbero. Invecchiano anche gli occhi, con
conseguente problema di cataratte. E poi i denti e le articolazioni, così
che l’animale ha difficolta' a mangiare e soffre di artrosi. Bisogna poi
ricordare che, con gli anni, alcune razze specifiche tendono a soffrire di
patologie specifiche. Ad esempio, i pastori tedeschi sono soggetti a una
degenerazione del midollo spinale. Puo' quindi capitare di trovarsi di
fronte a un pastore vecchio, in buona salute, che pero' non riesce piu' a
camminare e a farsi quelle belle passeggiate per le ville di Roma. Io le
consiglio sempre, almeno due volte al giorno:
servono sia al cane che al padrone».
e' vero che pure i cani soffrono di "arteriosclerosi"?
«Anche il cervello invecchia. E come gli esseri umani,
anche i cani "anziani" possono soffrire di questa malattia.
Quando questo avviene, il cane tende a comportarsi in modo strano. Puo'
capitare che si svegli improvvisamente di notte e incominci ad abbaiare
senza ragione. Oppure che si nasconda in angoli remoti della casa. Di
solito, quando hanno dei problemi a livello cerebrale, i cani diventano
inoltre "ipercinetici", ossia non stanno mai fermi. e' un modo
che la natura ha di risolvere il problema, perche' piu' l’animale si
muove, maggiore sara' l’apporto di sangue e ossigeno che arrivera' al
suo cervello».
Con l’avanzare dell’eta', un cane puo' cambiare carattere? Alcune
razze possono diventare piu' cattive?
«e' sicuramente una convinzione errata, ed e' anche
falso, ad esempio, che i doberman, invecchiando, diventino pazzi. Questa
razza e' anzi tra le piu' equilibrate. e' pero' vero che, con gli anni, il
cane perde la voglia di giocare, diventa piu' scorbutico e pigro. Insomma,
anche lui si mette le "pantofole".».
Quali nuovi problemi deve affrontare il padrone di un cane quasi
"centenario"?
«Indubbiamente un cane vecchio richiede un maggiore
impegno e molta piu' attenzione. Pero', come ho gia' detto, ormai
l’animale domestico e' come uno di casa. Per lui ho visto fare dei
sacrifici enormi. Mi e' capitato, ad esempio, il caso di un pastore
tedesco che aveva una grave malattia degenerativa del midollo spinale. Non
si poteva piu' muovere. La proprietaria, una ragazza dell’Eur, si era
fatta costruire una sorta di "pancera con maniglie", grazie alla
quale riusciva a farlo camminare sorreggendolo dall’alto. La notte gli
dormiva accanto, per soccorrerlo ogni volta che guaiva. Questa storia e'
andata avanti due anni, fino a quando l’animale non e' morto di
vecchiaia, e quando le ho chiesto il perche' lo avesse fatto, mi ha
risposto sorridendo: "e come avrei potuto rinunciare a quel suo modo
di accogliermi, quando tornavo a casa? Dopo tutto quello che in 10 anni mi
aveva dato, era il minimo che potessi fare!"»
Luglio
1999


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