
Venerdi' 23 luglio 1999
LE STORIE
«Il
mio piccolo “Dino” stava correndo sull’erba,
poi all’improvviso e' caduto come fulminato»
L’ambulatorio veterinario
di Via Seiano ieri mattina era il punto di riferimento del quartiere. Una
piccola folla stazionava in attesa delle ultime notizie, piena di
apprensione per i cani, di solidarieta' tra i padroni, di sdegno contro
l’ancora ignoto colpevole. Undici randagi morti sono stati appena
portati via. Sul tavolo del dottore c’e' un pastore tedesco che trema,
ha la febbre alta, la pelle tesissima. Non ha un padrone fisso. Anna
Maria Malideo, baby-sitter di 22 anni, ha deciso di adottarlo. Quando
il cane si puo' muovere lo porta alla clinica veterinaria Roma Sud. Ieri
sera il cane-lupo era fuori pericolo.
Arno, Raul, Stellina, Rebecca, Dino, Piccola sono alcuni dei cani che tra
mercoledì e ieri sono caduti vittima dell’avvelenatore, ognuno con una
sua storia.
Piangeva a dirotto la padrona di Dino, Fiamma Morelli, 36 anni. «Ieri
ho portato al parco Dino e Cleo, come al solito. Non sono di razza, ma gli
volevo un gran bene. Si sono messi a mangiare qualcosa che era per terra,
e sono stati subito malissimo. Il mio Dino e' morto tra mille sofferenze,
Cleo si e' salvata per miracolo».
Piccola era un pastore tedesco di appena un anno e mezzo. «L’ho portata
al prato - racconta Fabio Zuccaro, 31 anni, - ha mangiato qualcosa
in un cespuglio ed e' iniziata un’agonia di oltre due ore. Quando mi
hanno avvisato delle polpette era troppo tardi. Prima delle dieci di sera
era morta. Era il mio primo cane. Certo ne vorro' altri, ma non subito».
Il diciassettenne Daniele Aragno non se l’e' sentita di tornare
sul posto dove e' morta la sua Stellina, uno dei tanti semi-randagi
accuditi dalle persone della zona. Ci ha indicato la strada e ha aspettato
di sapere da noi se il corpo era stato portato via. Poi e' corso a vedere
se gli altri erano ancora vivi.
Fiocco e Piccola sono due randagi che tutto il quartiere conosce,
accudisce e ama. Dei "personaggi" insostituibili. I due sono
inseparabili da ormai quattro anni, una coppia fissa e tenera degna di
Lilli e il Vagabondo. Lui e' un maremmano, lei un incrocio con un pastore
tedesco. Fino all’anno scorso un pensionato del quartiere, il signor
Gustavo, li aveva adottati: portava loro da mangiare, leggeva il giornale
con loro fino a mezzogiorno, facevano lunghe passeggiate. Poi in settembre
Gustavo e' morto. Per sei mesi tutti i giorni Fiocco e Piccola sono andati
sotto casa sua ad aspettarlo. Ora hanno rischiato di raggiungerlo, ma per
fortuna alla fine si sono salvati. Almeno loro.
«La scena dell’altra notte allo studio veterinario era raccapricciante
- racconta uno dei tanti fax inviati alla redazione del Messaggero - i
dottori con le lacrime agli occhi cercavano di salvare tutti quei poveri
cani davanti ai padroni increduli. Io mentre scrivo ringrazio il cielo di
avere qui i miei due cani, uno dei quali salvo per miracolo, che con il
loro sguardo un po’ strano sembrano chiedermi cosa e' successo ai loro
amici e se domani li incontreranno ancora per altre corse sul prato».
Osv. Bal
Luglio
1999


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