
Venerdi' 20 Agosto 1999
Una
citta' a misura anche di 'Fido'
La proposta di Biddau (An):
spazi idonei e piu' tolleranza
ORISTANO. «Cerchiamo di attrezzare la citta' e
le strutture turistiche in modo che possano ospitare anche cani e gatti». A
lanciare l'appello e' il capo gruppo di An in consiglio comunale, Mariano
Biddau (nella foto), che ha preso spunto dalla campagna contro l'abbandono
dei cani recentemente promossa dall'amministrazione comunale in
collaborazione con l'associazione "Qua la zampa".
Obiettivo, cercare di arginare un fenomeno di incivilta' che, purtroppo,
ogni estate si ripete sistematicamente anche a Oristano. In una nota inviata
al presidente del consiglio comunale, al sindaco e agli assessori al turismo
e all'ambiente, Biddau chiede di estendere ulteriormente l'iniziativa,
coinvolgendo anche altri soggetti. Fra questi, i gestori di alberghi e
locali pubblici «dove gli animali - si legge - si vedono rifiutati». Il
problema non riguarda soltanto alberghi, campeggi, bar e ristoranti, ma ad
esempio, le stesse spiagge. «Insomma - scrive il capo gruppo - se da una
parte si chiede ai cittadini, proprietari di animali domestici, di fare il
loro dovere, dall'altra non si fa nulla per dare loro la possibilita' di
portarseli appresso».
Ed ecco le proposte. «Basterebbe che gli imprenditori turistici e
commerciali si dotassero di recinti o box per piccoli animali e che
l'amministrazione comunale mettesse a disposizione degli amici a quattro
zampe un tratto di arenile, magari quello dopo il ponte, verso la foce, e
realizzasse dei percorsi appositi nelle nostre pinete». Mariano Biddau e'
convinto che con questi accorgimenti non solo si arginerebbe il fenomeno
dell'abbandono degli animali, ma oltretutto, la citta' offrirebbe un
ulteriore servizio ai turisti. «Proprio come avviene sulla costa romagnola
e in Francia, dobve gli alberghi si sono dotati house-dog e servizi di
sitter-dog», scrive il consigliere comunale.
«Nessun operatore turistico ha mai considerato che in Italia ci sono circa
undici milioni di persone che possiedono un animale domestico e che il
23,4per cento di questi partono per le vacanze con il loro animale al
seguito - prosegue la lettera - a questi si aggiunge quel 41,8 per cento
vorrebbero andare in vacanza ma sono condizionati dal loro cane o gatto, e
che quindi, a maluncuore, devono rinunciare».
Un problema che a giudizio di Mariano Biddau dovrebbe essere valutato
attentamente, non solo sotto il profilo del rischio di abbandono degli
animali e del conseguente randagismo, ma anche per i riflessi che, una zona
attrezzata ad ospitare anche gli animali domestici, potrebbe avere dal punto
di vista turistico.
Un problema che potrebbe essere risolto, conclude la lettera, magari
avviando accordi fra l'amministrazione comunale, i vari enti preposti, le
associazioni animaliste e gli stessi imprenditori turistici e commerciali.
Agosto
1999


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