Martedi' 28 Settembre 1999
Randagi, legge
contestata
La «licenza
di uccidere» non piace ai volontari animalisti
«Una vergogna». Così i rappresentanti cittadini della
Lega nazionale per la difesa del cane, della lega antivivisezione, e
dell’associazione "Un amico per la vita" hanno definito la
recente modifica alla legge regionale sul randagismo approvata dalla stessa
giunta. E, agguerriti, sono decisi ad andare fino in fondo alla questione,
convinti che un tale stravolgimento rappresenti un tornare indietro di anni
rispetto alle conquiste fatte nella lotta al problema. Ed e' soprattutto
l’articolo che prevede la possibilita' da parte dei proprietari di cani di
far sopprimere gli animali dichiarati "socialmente pericolosi"
senza il controllo delle associazioni né quello dei veterinari delle asl,
che lascia a bocca aperta gli animalisti. «Quella della "soppressione
facile" - ha dichiarato il presidente della Lega del cane Lina Bufarale
- e' una decisione che e' in netta contraddizione con le esperienze
acquisite dopo anni di attivita' sul territorio e che non rispetta il lavoro
dei volontarii».
Altre, inoltre, le modifiche contestate: dalla previsione di uno
stanziamento di soli 58 milioni di lire per l’applicazione
l’informatizzazione dell’anagrafe canina all’abolizione della figura
del veterinario designato dalle associazioni protezionistiche, alla
previsione di spazi limitati per i cani adottati dai canili.
Settembre
1999


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