Martedi' 28 Settembre 1999
Chi e' disposto a
salvare una bestiola dal canile pretende pero' che sia un cucciolo, bello e
in salute
Lo
adotto, ma solo se e' di razza
Allarme dell’Enpa,
sono ormai centinaia i cani abbandonati
di ELENA GIULIANI
"Nessuno mi vuole": sono tante le storie di ordinario rifiuto nei
confronti degli animali. Ed e' questa una delle maggiori offese che si
possano fare ad ogni essere vivente, conseguenza il piu' delle volte di un
abbandono. Una grossa piaga, difficile da rimarginare completamente e
definitivamente, che si tenta di guarire in qualche modo ricorrendo
all’adozione. Ma anche in questo caso, vige soprattutto una legge non
scritta, in un certo senso aberrante, ma molto rispettata: quella del piu'
forte, che vuol dire anche il piu' piccolo e il piu' bello. Se chi spera di
adottare un bambino lo sogna di pochi mesi, sano come un pesce e magari
biondo con gli occhi azzurri, chi intende ottenere l’affidamento di un
cane, lo preferisce cucciolo, robusto e di razza.
E’ questa, infatti, la prima domanda che si sentono rivolgere le
associazioni animaliste quando qualcuno chiede un animale da portarsi a
casa. Mentre sono centinaia, attualmente, i randagi in giro per la citta'
(un vero censimento e' impossibile), anche "grazie" al gran numero
di abbandoni che si sono verificati, come ogni anno, nei mesi estivi da
parte di gente senza scrupoli con il mito delle vacanze senza palla al
piede. Ed altri se ne prevedono adesso che si e' aperta la caccia: senza
tanti complimenti ci si sbarazza del fedele compagno che magari si e'
invecchiato, e' diventato un po’ sordo oppure ha paura degli spari. «Purtroppo,
nonostante ci impegniamo molto per l’affidamento, non si riesce a farlo
funzionare bene - dice il responsabile dell ’Enpa Stefano Luzzi - un po’
perche' la gente e' restia ad adottare un animale e quando decide per
l’affido, vuole soprattutto un cucciolo per così dire bello e splendente.
Ma tra gli animali che vengono abbandonati la maggior parte sono meticci e
adulti, o addirittura vecchi e quasi sempre malandati a causa dei
maltrattamenti subiti». Insomma, e' difficile trovare un fiore nel deserto
che a volte l’animo umano riesce a creare intorno a se'.
Eppure Gessy, giovane e splendida femmina di pastore tedesco, di razza
purissima, un fiore lo e' stata. Fino a che i padroni non hanno deciso un
brutto giorno di metterla dentro un’auto e lasciarla lì a morire di
caldo, di sete e di fame. L’agonia della povera bestia, i suoi furiosi
latrati, la disperazione della sua condizione hanno infine indotto qualche
passante ad avvertire l’Enpa. I volontari, con l’aiuto dei vigili urbani
sono riusciti ad aprire la macchina e a liberarla. Ma le sorprese non erano
finite: si e' scoperto, dopo la visita del veterinario, che Gessy ha patito
anche prima di essere rinchiusa dentro l’automobile, le pene
dell’inferno. Ha ricevuto una sacco di bastonate sula schiena, tanto da
dover essere al piu' presto operata, ed e' stata perfino impallinata con un
fucile da caccia. All’Enpa sono preoccupati anche perche', in questa
situazione, trovare qualcuno disposto ad adottare Gessy e' un po’ come
cercare un ago in un pagliaio.
Ma "la galleria degli orrori" non finisce qui. L’Enpa trova in
continuazione cani e gatti appena nati, ma anche di qualche mese, gettati
come rifiuti ingombranti nei cassonetti dell’immondizia e qualcuno muore
subito per gli stenti subiti. Ma tra quelli che muoiono, ce ne sono altri
per cui, forse, sarebbe stato meglio essere morti. Come la gattina randagia
con il bacino rotto, trauma alla vescica, lesione alla colonna ed emorragia
interna: non guarira' mai completamente e difficilmente trovera' il tepore
di una vera casa e tante coccole solo per lei.
Settembre
1999


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