Venerdì 1 Ottobre 1999
Barbone tenta il suicidio ma viene salvato da una
barca di Torre Faro
Solo i cani per amici e tanta disperazione
Giuseppe Caminiti VILLA SAN GIOVANNI – Una vita da barbone, dura, piena di
sacrifici, sempre ai margini della societa' con unici compagni due cani.
Giornate intere vivendo di stenti, malgrado qualcuno abbia cercato giornalmente
di tendere una mano. Tutto questo per mesi e per anni. Poi arriva un bel giorno
che si alza un po' il gomito; forse, proprio in quel momento, si ha il coraggio
di fare un piccolo bilancio, anche se provvisorio; si ripercorrono così le
tappe della propria vita; compaiono davanti agli occhi e nella mente gli affetti
familiari, gli amici, il proprio paese. Soltanto degli attimi che malgrado lo
stato di ebbrezza, lo riconducono alla realta', alla sua drammatica realta'. E
così non ce la fa piu'; grazie (si fa per dire!) all'alcol trova... il coraggio
della disperazione di dire no alla vita, a quella vita (e alla societa') che con
lui non e' stata assolutamente benigna; per fortuna, per lui, c'e' qualcuno che
se ne accorge e così il disperato tentativo viene vanificato. e' la «storia»
di Rosario Godini, 43 anni (ma ne dimostra molti di piu') originario di Vittoria
in provincia di Ragusa. Ieri pomeriggio, come tutti i pomeriggi, Rosario Godini
e' in giro per il paese (e' da qualche anno che vive in riva allo Stretto); si
trova sulla via Marina ed entra in cio' che rimane del lido Cenide, un vero e
proprio «fantasma» posto lì a ricordo di un passato illustre. e' lì dentro
che matura la disperata decisione. Cosa sia successo nei momenti che hanno
preceduto il suo «tuffo» in acqua nessuno lo potra' sapere mai, perche'
neanche lui e' disposto a dare qualche spiegazione. Si sa, soltanto, che a un
certo punto (sono circa le sedici) dal ponte di comando di una nave traghetto
delle Ferrovie dello Stato parte un segnale di allarme alla Capitaneria di porto
con l'annuncio telefonico che «un uomo si era gettato in mare». e' stato un
attimo; tutti i marinai si sono immediatamente attivati per cercare di
soccorrerlo (si trovava gia' a circa duecento metri dalla riva e annaspava),
mentre e' stato avvertito telefonicamente il «118»; e' toccato agli occupanti
di una barca da pesca di Torre Faro (Messina), la piu' vicina nella zona, a
intervenire tempestivamente. Un altro dato, davvero drammatico: quando
l'imbarcazione con i soccorritori gli e' giunta accanto, Rosario Godini non
voleva assolutamente essere salvato. Poi, pero', a forza e' stato issato a bordo
della barca e trasportato a terra nei locali della Capitaneria di porto;
respirava a fatica e si e' capito subito che aveva ingerito tanta acqua, oltre a
tanto alcol. Una corsa in ambulanza (giunta da S. Eufemia) agli Ospedali Riuniti
di Reggio dove i sanitari gli hanno prestato le cure dichiarandolo fuori
pericolo. Ma qui vi rimarra' soltanto il tempo di riprendersi e di smaltire la
sbornia e... i cattivi pensieri. E domani? Lo vedremo sicuramente in giro per le
strade di Villa San Giovanni, con i suoi cani, gli unici suoi «amici», senza
una casa, senza un affetto. e' questa la civilta' del Duemila? Possibile che a
questi (e sono numerosi) fratelli sfortunati non ci debba pensare proprio
nessuno? Dove e' la solidarieta'? Dove sono le istituzioni?
Ottobre
1999


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