Sabato 9 Ottobre 1999
Da' fuoco al cane e 7
cuccioli: vendetta
Atroce reazione di un boss, il figlio era stato graffiato dall’animale
FRANCESCO VASTARELLA
Lì dove c’era la cuccia ora ci sono due candele accese. Le hanno messe i
bambini della Loggetta per ricordare Tristezza e i suoi 7 cuccioli. Per non
dimenticare le vittime di una assurda, feroce vendetta ordinata da un «boss»
della Loggetta. Due candele accese e piu' di un segnale, piu' di una protesta,
piu' di un simbolo, piu' di mille parole.
Tristezza, così l’avevano chiamata per gli occhi tristi, era riuscita a
trascinare via dalla cuccia incendiata soltanto due dei suoi nove cuccioli di
appena venti giorni. Poi era tornata tra le fiamme e l’odore acre di benzina.
Si era stesa sui suoi piccoli indifesi, li aveva coperti fin quando era riuscita
a resistere. E anche lei, povera cagna randagia, e' morta dopo una straziante
agonia, il corpo devastato dal fuoco. Non avrebbe potuto fare altro contro la
follia, l’atrocita' di un presunto «boss-spacciatore», che con la benzina ha
inteso vendicare un graffio. Sì, un graffio che la cagna, per difendere i
cuccioli, una settimana fa aveva procurato al figlio del «boss-spacciatore».
Il bambino di tanto in tanto si avvicinava minaccioso alla cuccia prendendo di
mira i nuovi nati. La cagna aveva reagito a modo suo.
Decine, centinaia di passanti hanno assistito alla scena, l’altra sera poco
dopo le 19, alle spalle dell’edicola di via Gigante. Centinaia di residenti
della Loggetta hanno visto terrorizzati, indignati. Hanno cercato di spegnere le
fiamme, ma era troppo tardi. Era la stessa gente che accudiva Tristezza e che
per lei aveva costruito una cuccia in legno. «Per darle un cantuccio sicuro ora
che aveva partorito», racconta un anziano. Tristezza era il cane del quartiere
e qualche tempo fa si era accoppiata con Nerone, riuscito a sfuggire al raid.
Tutti le portavano del cibo. I bambini l’adoravano. Molti hanno pianto nel
vedere il corpo straziato dei cuccioli. Qualcuno ha gridato, prima di essere
allontanato con le minacce. Si racconta anche di una rissa. Una signora ha preso
i due cagnolini sopravvissuti e li ha portati a casa. E la moglie del «boss-spacciatore»,
dinanzi alla rimostranze dei vicini, e' scesa in strada a farsi la sua parte di
giustizia additanto, inveendo, minacciando.
Alla Loggetta da giovedì sera non si parla di altro. Decine di telefonate
anonime al Comune e ai vigili urbani: il caso e' all’esame dell’assessorato
all’Ambiente. A decine le segnalazioni alla polizia e ai carabinieri. Nessuna
denuncia sottoscritta, pero'. E quindi le forze dell’ordine sanno solo in via
informale quel che e' accaduto. POlizia e carabinieri sarebbero a conoscenza
anche di nomi e cognomi, che circolano con insistenza, ma senza una denuncia
formale poco o nulla possono fare. «Possiamo parlare da vicino, qualcuno accusa
mio cognato, non e' giusto», dice al telefono un giovane con voce arrogante. Ma
che importa il nome? Al di la' di quel che la giustizia riuscira' a fare, c’e'
un volto che tutti alla Loggetta conoscono. Un volto coperto di infamia e
crudelta'.
C’e' chi dice si tratti di uno spacciatore conosciuto. Qualcuno lo definisce
un aspirante «boss». Certo e' che abita in un grosso palazzo della zona, dove
e' arrivato proveniente da un rione confinante. Sulla porta di casa, riferiscono
i bene informati, non compare il nome. Di certo, la gente ha sopportato la sua
invadenza. Ora non tollera questa assurda vendetta contro i cani, contro i cani
che erano di tutti.
Un «boss» che non perdona, neppure una povera cagna randagia e i suoi nove
cuccioli. «Ha graffiato il mio bambino, mi vendichero'», aveva annunciato. E
che atroce vendetta quella meditata dal «boss». Domenica aveva provveduto
facendo rompere la cuccia. Non contento e' passato alla benzina. Giovedì si e'
fatto aiutare dal suo «compare», che ha comprato la latta con il carburante.
Poi, il «boss» ha cosparso la benzina sulla cuccia e ha dato fuoco con un
fiammifero. «E pensare che un graffio, nulla piu', aveva procurato Tristezza a
suo figlio», raccontano i testimoni. Ma tanto e' bastato per scatenare la
follia.
Non mancano le prime reazioni. Gli animalisti sono sul piede di guerra. Chiede
che si faccia giustizia Casimiro Monti, portavoce cittadino dei Verdi, tra i
primi a divulgare la notizia: «La gente deve trovare il coraggio di fare i
nomi. Noi ci costituiremo parte civile in un eventuale processo contro questi
personaggi. Se oggi e' successo ai cani, domani potrebbero farlo con i residenti
della Loggetta. Dobbiamo fermarli prima che sia troppo tardi».
Ottobre
1999


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