Lunedi' 25 Ottobre 1999

Strage di cani da tartufo

 

  Avvelenati nei boschi con mortadella alla stricnina
Arezzo, dodici vittime nell'ultimo mese. Forse una vendetta di alcuni cacciatori

dal nostro inviato ANAIS GINORI


FIRENZE - L'ha caricata sulle spalle per quasi un chilometro e forse adesso si salvera'. Lella, un bracco pointer di quattro anni, ieri mattina e' stata avvelenata da un'esca mentre era alla ricerca dell'oro bianco delle foreste casentinesi: il tartufo Magnatum Pico. E' il tredicesimo cane da tartufo di Sestino, paese sull'Appenino in provincia di Arezzo, che ingoia una polpetta-killer a base di mortadella e stricnina. Ne sono state disseminate decine lungo tutto il bosco al confine tra Toscana e Marche, ricco di tuberi e funghi ma anche di molta selvaggina. In meno di venti giorni, da quando si e' aperta la stagione dei tartufi, sono stati uccisi dodici cani in questa zona. "Ho capito subito che la mia Lella aveva mangiato una polpetta avvelenata per questo sono riuscito a salvarla" racconta Rosario Capucci, idraulico con la passione dei tuberi bianchi. "Quelli che si raccolgono nelle nostre foreste - racconta - sono tra i piu' buoni. Li vendiamo alla fiera di Acqualagna".
Un bosco che e' una miniera. Tartufai, cercatori di funghi e cacciatori affollano le strade sterrate dai primi di ottobre fino a dicembre. Troppe anime per un bosco solo, deve aver pensato qualcuno che ha dato il via alla strage di cani. Le esche avvelenate sono state depositate nella notte sui sentieri preferiti dai tartufai della domenica. "E' chiaro che ci vogliono cacciare" dice un altro tartufaio a cui hanno ammazzato il cane domenica scorsa. Un danno affettivo ed economico: un segugio da tartufo puo' valere fino a dieci milioni. "O e' un maniaco o e' un gruppo di persone che vogliono impadronirsi del bosco terrorizzando gli abituali frequentatori" dice ancora l'agricoltore di Sestino che non vuole essere nominato. "Gente così - si giustifica - e' capace di vendicarsi ancora dando fuoco al mio fienile o facendo cose piu' gravi".
Guerra fra cacciatori e tartufai. Oppure fra cacciatori di varie zone. Sono queste le due ipotesi a cui lavorano i carabinieri della provincia che hanno raccolto le denunce dei proprietari dei cani uccisi. Sestino e' vicino a molte zone venatorie rinomate, da Anghiari a San Sepolcro. "Questo veleno l'ha messo qualcuno di fuori. In paese nessuno avrebbe coraggio di fare una strage di cani" dice ancora Capucci che pensa anche a una ripicca di tartufai delle confinanti Umbria e Marche. Qualunque sia il mandante, le polpette avvelenate nei boschi sono un fenomeno che sta colpendo tutta la Toscana. L'ordine dei veterinari di Firenze e Prato ha registrato duecento casi al mese nella zona Mugello-Val di Sieve. Il Wwf, Legambiente e altre 18 associazioni ambientaliste hanno creato un coordinamento contro l'avvelenamento degli animali e lanciano un allarme: "Attenti ai bambini quando andate nei boschi". 

Ottobre 1999