Martedi' 26 Ottobre 1999
IL CONTE MILIARDARIO
Taro, Morettì
e Lola, i tre bastardini
fedeli ”amici” dell’avvocato Tassoni
di PIERO CIARAPICA
TOLENTINO — Ha patteggiato Valerio Vita per l’assegno di quattro miliardi e
mezzo che avrebbe ricevuto da Gianfranco Tassoni. Per Vita si e' chiusa la
vicenda penale nel caso del conte miliardario, ma resta in piedi di fronte al
tribunale di Ancona il processo che riguarda invece il testamento che Tassoni
avrebbe firmato e con il quale il suo ingente patrimonio (si parla di ottanta
miliardi) veniva destinato a due fondazioni: una dedicata agli studenti
universitari marchigiani e l’altra a tutela degli animali e in particolare dei
cani abbandonati. La prossima udienza si terra' il 4 novembre ad Ancona ed
Emilio Santecchia, Antonio Pistacchi e Umberto Perdichizzi dovranno rispondere
dell’accusa di circonvenzione di incapace. Sono difesi dai legali Pierlorenzo
Ariozzi e Paolo Rossi.
Oltre alla nullita' del primo testamento, nel corso del processo verra' anche
dimostrato l’amore che Tassoni aveva per gli animali. Ai suoi tre cani,
l’avvocato di Tolentino aveva dedicato una lapide (ancora esistente nella casa
di campagna della famiglia Porcelli, denominata "La Cisterna")
sistemata in un angolo appartato. Un cimitero dove risposano i suoi tre
bastardini, Lola, la cagnetta nera, Morettì, un maschio nero e bianco vissuto
dal 1976 al ’90 e Tauro, un maschio fulvo. Tre cani che per anni hanno
rallegrato le vacanze estive della mamma e della zia, le nobildonne Elettra
Porcelli Tassoni ed Emma Porcelli Bezzi. Ora erabcce e cespugli hanno in parte
coperto questo angolo appartato e tranquillo che ha costituito l’ultima dimora
dei tre "amici" di Tassoni, dove ogni tanto l’avvocato tolentinate
si fermava per alcuni istanti a ricordare quelle belle giornate trascorse con le
bestiole che gli correvano intorno, gli saltavano addosso festosi e contenti di
giocare con lui. Forse questo aspetto della vicenda Tassoni sarebbe caduto nel
dimeticatoio se gli avvocati Ariozzi e Rossi non lo avessero portato a
conoscenza dei giudici anconetani
Ottobre
1999


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