Sabato 30 Ottobre 1999

 

 Fido chiede pieta': fermate i barbari seviziatori di cani



Bivongi - Claudio Stillitano – Martoriato, seviziato e preso a calci: e' questa la fine toccata a un cucciolo di pochi giorni, la cui morte atroce e' stata giustamente denunciata da alcuni bivongesi con un manifesto affisso sui muri della cittadina. L'assassinio della povera bestiolina rappresenta l'ennesimo caso di violenza bestiale sui veri amici degli uomini verificatosi in un comune, che e', tra l'altro, attento da sempre alle tematiche degli animalisti. Nel centro della Vallata dello Stilaro si trova, infatti, un rifugio provvisorio dove trovano ospitalita' una ventina di cani abbandonati da padroni senza cuore, nonche' un'associazione, che, con l'aiuto e il sostegno meritorio dell'amministrazione comunale, cerca con ogni mezzo di contrastare il fenomeno del randagismo e gli atti di barbarie contro cani indifesi. Ed e' proprio la Lega nazionale per la difesa del cane – sezione di Bivongi – a lanciare, dopo l'ultimo «fattaccio», l'allarme e a chiedere (all'opinione pubblica, ma anche agli amministratori comunali del comprensorio, agli esponenti politici locali, provinciali e regionali, alle associazioni e al mondo del volontariato) che si dia vita a un fronte comune per debellare questi barbari comportamenti perseguibili anche dal Codice penale. In un documento (un vero e proprio dossier) predisposto dall'architetto Giorgio Metastasio – responsabile del sodalizio animalista, che estende la sua attivita' in tutta la Locride – vengono evidenziate, in tutta la loro raccapricciante drammaticita', le circostanze che hanno portato all'uccisione del cucciolo, punto di arrivo di una serie di atti di estrema gravita', che hanno avuto come vittime prescelte molti altri cani. «A fine luglio – si legge nella nota della Lega per la difesa del cane – un cagnolino, sfuggito alla padrona per seguire una pointer abbandonata da qualche cacciatore "insoddisfatto", e' stato colpito con un corpo tagliente, che ne ha causato la morte in poche ore. Un altro cucciolo poi, in piena notte, e' stato completamente martoriato nella piazza del paese da alcuni balordi senza scrupoli». Un altro cane randagio – denuncia ancora il documento di protesta dell'associazione bivongese – «adottato da un'intera scolaresca delle Elementari, e' stato addirittura inchiodato sul palco, dove, nel mese di settembre, si sono svolti gli spettacoli per le feste patronali». Il «cahier des dole'ances» della Lega di Bivongi fa anche riferimento a diversi esposti inoltrati agli organi di polizia giudiziaria, aventi per oggetto l'uccisione di cani nei comuni della Vallata dello Stilaro (il prosieguo nelle indagini e nelle azioni di repressione da parte delle autorita' preposte all'eventuale applicazione degli articoli 727, 638, 589, 590 e 56 del Codice penale, e' stato probabilmente ostacolato dall'impossibilita' di identificare gli autori materiali dei terribili misfatti denunciati). «Il nostro rammarico – spiega la nota dell'associazione bivongese – e' costituita inoltre dal consistente aumento del fenomeno dell'abbandono di cani su tutto il territorio della Locride e dall'assoluta indifferenza degli enti locali e dell'Asl territoriale. Eppure la legge quadro n. 281 del 14 agosto 1991, così come la legge regionale n. 41 del 1990, dettano precise norme per il controllo del randagismo e determinati obblighi relativi alla realizzazione dell'anagrafe canina, all'informazione e all'educazione per la prevenzione di tale fenomeno» (c'e' da aggiungere, a tal proposito, che il randagismo sta diventando un problema nazionale e che il Ministero della Sanita', di recente, ha stanziato 40 miliardi per l'effettiva attuazione della legge n. 281).
Ci sia permesso aggiungere che il terribile episodio del cane inchiodato sul palco, ci fa venire in mente la famosa frase di Conrad: «...l'uomo e' capitato sulla Terra per caso». Solo condividendo quel pensiero, si puo' infatti riuscire a capire quanto sia lungo e nero il tunnel della piu' barbara crudelta' in cui si dimenano certi cosiddetti umani. Un cane, anche il piu' aggressivo, non premediterebbe mai di inchiodare un uomo a un palco!

 

Ottobre 1999