Giovedi' 18 Novembre 1999
Ho salvato
un anziano da quel "dolce" cagnone
Lettera firmata
PESCARA. Dopo la cattura di Ax, un incrocio di San Bernardo che aveva azzannato
quattro persone, ieri gli uomini del servizio veterinario hanno catturato altri
due randagi che si aggiravano in centro. La cattura dei cani ha suscitato
reazioni diverse tra i lettori. Oggi una lettrice risponde alla protesta
pubblicata ieri.
«Ho letto sul Centro la lettera a firma di Luana Di Paolo, riguardo la cattura
di Ax da parte del servizio veterinario della Usl. Premesso che ho un cane, che
adoro gli animali in senso lato, che nei limiti delle mie possibilita' cerco di
aiutare le bestie sfortunate, sorprende e preoccupa leggere frasi del tipo «a
Pescara e' esplosa una vera e propria fobia del cane morsicatore». Ma la
signora Di Paolo sa che Pescara e' piena di randagi, da piazza Salotto fino alle
periferie e che, per contro, gli interventi dell'accalappiacani si contano sulla
punta di una mano? Dov'e' questa fobia, allora? Per caso puo' considerarsi fobia
quanto accaduto alle quattro persone morsicate da Ax tra giovedì e domenica in
piazza Primo Maggio? Proprio quel cagnone che la signora definisce «di una
dolcezza infinita», giovedì sera intorno alle 23 si e' avventato contro un
anziano signore che s'era azzardato ad attraversare i giardinetti dell'ex
universita'. E io che ero lì con il mio cane l'ho, come dire?, salvato urlando
come una pazza e accompagnandolo poi dall'altro lato della strada. Domenica
sera, invece, ho rischiato io - e insieme a me il mio cane - di essere assalita
dal «dolce cagnone». Non potevo neanche tentare di fuggire perche' stretta tra
l'aiuola e la recinzione del cantiere sulla riviera. Solo col sangue freddo,
rimanendo immobile davanti alla bestia inferocita, sono riuscita a scamparla. Mi
sta bene il discorso della «rieducazione», mi sta bene il discorso del canile
indecente, mi sta bene aiutare e difendere i randagi, ma quel che non condivido
sono le forme di fanatismo che spingono a difendere cause oggettivamente
indifendibili».
Novembre
1999


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