Mercoledi' 24 Novembre 1999
Dalla guerra dei tartufai
alla persecuzione degli animali da compagnia, si allunga la lista dei casi
Cocktail di
veleni per uccidere i cani
C’e' chi sperimenta nuove
sostanze per una fine rapida delle bestiole
di GIOVANNI B. MAGI
PERUGIA — Anche l’avvelenamento dei cani diventa una scienza. Sembra
incredibile, ma ci sono persone che impiegano il loro tempo alla ricerca di
nuove sostanze nel terribile intento di eliminare gli “amici
dell’uomo", fino ad arrivare alla preparazione di veri e propri
“cocktail" di veleni per assicurare una fine certa alle loro vittime.
«Fino a qualche tempo fa i cani venivano avvelenati soprattutto con la
stricnina — dice Massimo Crecco, veterinario a Perugia —, ora questa
sostanza viene usata di meno perche' e' piu' difficilmente reperibile e perche'
ha una controindicazione: se ne viene somministrata troppa, il cane la vomita».
Gli assassini di animali domestici si sono quindi ingegnati per individuare
soluzioni alternative, adottando anche vari tipi di diserbante, fino
all’utilizzo di sostanze prima sconosciute, come la metaldeide (che si
riconosce perche' rende di un verde brillante le feci del cane) e il fosfuro di
zinco, ultimo ritrovato in tema di avvelenamenti, che provoca una morte rapida,
dando al veterinario poche speranze di salvare la bestiola.
«I “cocktail" di veleni provocano una sintomatologia mista — dice
Crecco — e sono piu' difficili da curare». Finora, infatti, il veterinario si
trovava alle prese con due principali categorie di veleno: i
“contratturanti" e gli “anticoagulanti". I primi provocano forti
contrazioni degli arti, bava alla boccca, diarrea e portano rapidamente
all’incoscienza. Sono i veleni dagli effetti piu' rapidi. Gli anticoagulanti,
invece, sono simili ai veleni per topi. Provocano emorragie diffuse, che nei
cani si manifestano anche con “petecchie", cioe' con macchioline cutanee.
Questi veleni hanno effetto piu' lento, fino a 5-7 ore ma spesso, quando il
medico fa la lavanda gastrica, i danni risultano gia' irrimediabili.
«La soluzione piu' sicura al problema, comunque — dice Massimo Crecco — sta
nella prevenzione. Fare in modo, insomma, che il cane non mangi nulla se non gli
e' offerto dal suo padrone».
Novembre
1999


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