Giovedi' 25 Novembre 1999

Dopo viaggi disumani ogni anno arriverebbero a Roma migliaia di animali, imbottiti di medicine
Cani deportati dall’Est
Scoperto un traffico internazionale di rottweiler e alani


di CRISTIANA MANGANI
Trascinati per mezza Europa come sacchi di patate. Caricati sugli aerei o sui Tir quasi fossero degli oggetti. Senza cure mediche ne' controlli. Un traffico internazionale di cani dai paesi dell’Est e' al centro di un’indagine della Procura circondariale e il pubblico ministero Laura Condemi sta accertando se esistano gli estremi della frode in commercio e della truffa. Direttamente dalla Polonia arriverebbero ogni anno migliaia di mastodontici rottweiler e alani. E i grossi amici a quattro zampe verrebbero sistemati in famosi allevamenti della capitale, poi venduti agli appassionati di questo tipo di bestie. Con l’acquisto arriverebbero anche le sorprese: i cani comincerebbero ad ammalarsi, ad avere problemi di crescita, manifestando persino delle caratteristiche che sono diverse da quelle della loro razza.
A portare il sostituto procuratore sulle tracce di questo strano commercio e' stata la denuncia di una giovane donna, S.D.C. La ragazza si e' rivolta a un allevamento sull’Ostiense per comprare un cucciolo di yorkshire. Voleva un animale di taglia piccola da tenere in appartamento. Una volta arrivata lì, pero', le hanno detto che al momento non avevano animali di quella razza. In alternativa S. poteva acquistare un bassotto a pelo corto, di taglia nana. E così ha fatto pagando un milione di lire. Secondo il proprietario dell’allevamento il bassotto proveniva dall’Ungheria e aveva un pedigree di tutto rispetto. Un attestato del veterinario, invece, parlava di Lodz, in Polonia, come citta' di origine.
Con il passare dei giorni il cagnetto ha cominciato ad avere dei problemi. Cresceva a dismisura, quasi fosse gonfiato da chili di anabolizzanti. Era in realta' un bassotto di taglia media, ben due misure piu' grandi di quello che S. aveva pensato di comprare. Le sue condizioni di salute, poi, lasciavano a desiderare. Con tanto di certificato veterinario in mano la giovane si e' ripresentata all’allevamento chiedendo il pedigree che non le era mai arrivato, e una spiegazione per cio' che stava accadendo al suo cane.
Dopo tre mesi di querelle, il 26 febbraio del ’97, S.D.C. decide di rivolgersi all’avvocato Luciano Moneta Caglio e di presentare una denuncia. In contemporanea la donna chiama l’Enci, l’Ente nazionale cinofili, e scopre che l’allevamento dove lei ha acquistato il bassotto non e' registrato. Viene a conoscenza anche del commercio di cani con l’Est. Gli dicono che e' fatto da persone con pochi scrupoli che importano le bestie nate lì e che, per legge, non possono essere iscritte nel libro delle origini italiano.
Scende in campo la Procura e l’indagine si allarga. Il pm scopre che i cani vengono trasportati a migliaia e che circa il 50 per cento non ce la fa a superare la durezza del viaggio. Sono soprattutto rottweiler e alani. Ne muoiono tantissimi, anche se i commercianti li imbottiscono di antibiotici e vitamine prima di "spedirli“ nella capitale. Successivi accertamenti permettono di scoprire che buona parte degli allevamenti alla periferia della citta' non sono registrati. e' facile credere che il prossimo passo della procura sara' quello di iscrivere qualcuno nel registro degli indagati.

 

Novembre 1999