Domenica 28 Novembre 1999
Legambiente: «Rieti e'
tra gli ultimi comuni d’Italia»
La
Sabina non e' a misura...di cane
di ANDREA SCASCIAFRATTE
Accuditi e contenti a Lucca, Arezzo, Bologna e in altre trentotto citta' del
Centronord, abbandonati a se stessi a Rieti e nel Meridione in generale. In
fatto di vita da cani (e gatti), l'Italia si divide in due, col capoluogo sabino
mestamente relegato nella fascia di merito meno ambita. Almeno secondo la nuova
mappa di qualita' redatta da Legambiente, che classifica le citta' italiane da
"quattro" a "zero zampe". Un po' come le stelline della
Michelin. Solo che ristoranti o alberghi in questo caso corrispondono ai 103
capoluoghi di provincia. E i "comfort" non sono aria condizionata,
solarium o piscina.
Parametri indispensabili per guadagnarsi le "zampe" di merito sono
piuttosto la presenza dell'anagrafe canina e dei canili, la tutela e il
controllo delle colonie feline, iniziative come uffici per gli animali,
l'emanazione di divieti per spettacoli con bestie di qualsiasi specie,
l'istituzione del cane di quartiere. Insomma, stando alla classifica, per un
animale sarebbe meglio nascere per esempio a Lucca piuttosto che a Rieti. Nel
primo caso troverebbe una citta' amica e culturalmente preparata, mentre nel
secondo avrebbe serie difficolta'. E gia', perche' la hit redatta da Legambiente
assegna a Rieti una sola zampa, alla pari di Viterbo, Terni, Bari, Sassari e
altre trenta citta'. Peggio di loro soltanto Agrigento, Ascoli Piceno, Cagliari,
Chieti, Enna, Messina, Nuoro, Siracusa e Venezia.
Eppure i dati forniti dalla Asl non sembrano coś catastrofici. «Rieti dispone
di quattro canili autorizzati, uno convenzionato a livello provinciale, uno
sanitario e quattro privati - spiega Sandro Rinaldi, responsabile del Servizio
veterinario - La nostra struttura puo' contare inoltre su un ambulatorio per
tatuaggi e sterilizzazione, di un ospedale privato, di un servizio di cattura
cani randagi sempre attivo e di un anagrafe con due veterinari. E per finire,
l'Amministrazione comunale ha anche approvato un progetto per la realizzazione
di un cimitero per cani a Cantalice».
Piu' critico Gianfranco Gianni, presidente della sezione reatina della "Pro
segugio" e allevatore di Petit bleu de Gascogne. «La cinofilia locale -
afferma Gianni - ha visto realizzare nell'ultimo anno dalla Provincia ben sette
zone di addestramento. Le iniziative cinofile del Comune capoluogo stanno invece
vivendo un periodo di stasi, anche se di recente il sindaco Cicchetti si e'
fatto carico di una serie d'impegni che ancora non hanno trovato riscontro». Il
malumore e' tale che un nutrito gruppo di allevatori e cacciatori ha presentato
al primo cittadino una petizione per individuare un'area dove far scorrazzare i
cani in piena liberta'. «Ma non basta - continua il presidente della "Pro
segugio" - Per far guadagnare qualche "zampa" in piu' a Rieti
nella classifica di Legambiente occorrerebbe creare anche un campo
d'addestramento, ma il Comune non sta facendo niente per trovare un'area che, se
individuata, porterebbe gli interessati ad attrezzarla a proprie spese».
Novembre
1999


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