Domenica 20 giugno 1999

Parla Bartabas
«I cavalli mi hanno insegnato ad ascoltare»

SPOLETO - «Il cavallo perfetto non esiste, come non esiste l' uomo perfetto. Trovare un cavallo e' come un colpo di fulmine. Poi bisogna ascoltarlo, capire cosa ha voglia di fare con te; infine, con la tecnica, aiutarlo ad imparare».
Queste sono alcune pillole della «filosofia equestre» di Bartabas, il fondatore, il regista, l'anima e il motore di «Zingaro». Questa straordinaria troupe di uomini e cavalli sara' da stasera una delle attrazioni piu' importanti del Festival. Per loro da giorni si sta alzando un gigantesco tendone nero, che occupa quasi tutto lo stadio comunale. E qui presenteranno «Eclipse», il loro nuovo spettacolo di «cabaret equestre», ovvero 26 cavalli virtuosi, che galoppano, danzano e (quasi) parlano sulle note di antichissime musiche coreane. «Zingaro» nato quindici anni fa, non veniva in Italia da dieci e il Festival si e' aggiudicato l'esclusiva italiana per sei anni, durante i quali si vedranno a Spoleto anche i due prossimi spettacoli ancora da creare.
Bartabas e' uno pseudonimo e chi lo porta non vuol rivelare il suo nome, la sua storia, la sua data di nascita. Si presenta come un francese quarantenne, aitante dalle lunghe basette. «Detesto la pubblicita' personale. Per me e' tutto al servizio dello spettacolo», dice laconicamente il regista-cavallerizzo.
Parla, invece, volentieri del suo lavoro con gli animali: «Fra le tante cose che i cavalli mi hanno insegnato, la piu' importante e' proprio l'ascoltare. Alla fine di questo secolo tutti possono parlare, ma pochi sanno ascoltare».

 

Giugno 1999