Il Giornale
Venerdi' 12 settembre 1997
Lemon Dra jr
avra' due mamme

Con l'embriotransfer Danea generera'
un figlio fratello del campione
Livia Tonietti Giacometti

CREMA - Proprio quando le straordinarie storie di mamme-nonne e di uteri in affitto non fanno quasi piu' notizia, lo scoop nasce in un altro ambito, precisamente quello del trotto. Dopo 15 anni dal primo esperimento storico di embrio-trasnfer equino, realizzato dalla Fertility Unit di Cambridge innestando l'embrione di una zebra in una cavalla, il trotto italiano ha concluso con successo la prima applicazione di trapianto fetale su una fattrice. La notizia acquista importanza per il fatto che quest'operazione, oltre a essere stata svolta dall'e'quipe tutta italiana dell'Istituto regionale dell'incremento ippico di Crema, riveste un alto valore commerciale e riguarda una tra le fattrici miliari del trotto indigeno. Danea, femmina baio nata nel '74 da Acero e Babele con record di 1.18.1 e gloriosa portacolori di Amleto Missaglia, ha prodotto in razza, sotto gli ordini del rinomato allevamento Due Rami di Diego Raja, otto ottimi cavalli da corsa in otto anni. Il suo prodotto piu' importante, Lemon Dra, e' stato un campione indigeno e ora uno fra i piu' apprezzati razzatori figli di Sharif di Jesolo.
I seri problemi di ipofertilita' che ultimamente aveva accusato hanno spinto il proprietario , dopo tanti vani tentativi, a tentare l'idea del trapianto fetale. Ma in che cosa consiste esattamente il processo dell'embriotransfer? "La tecnica - spiega il dottor Cesare Rognoni, responsabile del centro cremese - consiste nel sincronizzare il ciclo estrale di due fattrici, di fecondare la fattrice donatrice, in questo caso Dianea, e dopo sette giorni espiantarne l'embrione per immetterlo nell'utero della ricevente, nel dettaglio di questa circostanza la fattrice Sosa del Ronco, destinata a proseguire la gravidanza. Rispetto agli utlimi esperimenti di clonazione che hanno suscitato scalpore, l'embriotransfer non violenta l'etica ne' manipola il patrimonio genetico e pertanto potrebbe diventare un valido ausilio per la ginecologia attuale". Il prossimo anno dall'embrione della Danea, fecondata dallo stallone Campo Ass e cresciuto da Sosa del Cigno potrebbe pertanto nascere il primo prodotto della storia figlio dell'embriotransfer e presentato alle aste milanesi. Gia' da poche righe non e' difficile immaginare come questa procedura potrebbe rivoluzionare l'intero sistema allevatorio attuale. Se divenisse di uso comune, l'espianto dell'embrione diventerebbe in moltissimi casi un prezioso alleato, nel tentativo di allungare la capacita' procreativa di una fattrice anziana o di ottenere gestazioni piu' facili. In ultima analisi le femmine rivaluterebbero di non poco il loro valore commerciale dato che, se dotate di discreto interesse genealogico, nella stessa stagione potrebbero filiare e proseguire l'attivita' agonistica. Per ora questi sono ancora solo risvolti ipotetici, mentre restano certe le attuali difficolta' del procedimento. I riscontri positivi hanno finora riguardato, soprattutto in Francia e in Germania, la razza del mezzosangue da concorso mentre tra i trottatori si contano ancora pochissimi casi disseminati tra la Francia, la Finlandia e il Canada. "La cosa complessa - spiega il dottor Rognoni - sta nella sincronizzazione del ciclo estrale tra la donatrice e la ricevente. Ricordo ancora le peripezie del 4 luglio per cercare di trovare la ricevente adatta al trapianto dell'ovulo della Danea cosi' come la gioia di trovare alle 9 di sera le condizioni perfette nella Sosa del Cigno. Le maggiori probabilita' di riuscita di un emrbiotransfer sono infatti concentrate al settimo giorno della fecondazione, considerato che per cinque giorni l'embrione e' ancora nelle tube, il sesto e' troppo piccolo e dopo il settimo abbastanza grande da presentare problemi di attecchimento". Un altro passaggio altrettanto delicato, che non perdona occhi inesperti, e' il prelievo stesso dell'embrione. Dopo un sifonaggio dell'utero lo si deve individuare al passaggio del liquido attraverso un filtro. Se gli equini presentano maggiori complicazioni rispetto ai bovini, sui quali questa pratica e' usata comunemente, la causa e' proprio nella difficolta' a recuperare l'ovulo nel filtro, mentre i bovini se trattati ormonalmente superovulano offrendo maggiori probabilita' di riuscita". Per arginare questo problema, gli ultimi studi messi a punto dal dottor Allen Twing, responsabile della Fertility Unit di Cambridge, hanno individuato un sistema che prevedono di sperimentare l'anno prossimo. Anziche' trapiantare l'embrione fecondato, si prelevera' l'ovocita della donatrice dall'ovaia che verra' trasferito nell'ovidotto della ricevente fecondato direttamente.


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