Domenica 24 Ottobre 1999

Cavallini a rischio di estinzione
Aritzo, appello del sindaco Paba all'assessore regionale all'Ambiente



Giovanni Maria Sedda

ARITZO. Liberi, selvaggi, indomiti. Veri figli della natura, del Gennargentu. E bellissimi.
Ma gli ultimi esemplari dei cavallini della montagna di Aritzo sono ormai vicini all'estinzione.
O almeno esiste questo pericolo, dopo che una decina di capi sono stati abbattuti di recente dai bracconieri e dopo che i loro pascoli, che un tempo abbracciavano l'intera montagna, si sono ristretti a un centinaio di ettari, di terreno arido e roccioso.
Terreni presi in affitto da privati cittadini e ormai insufficienti, al punto che i cavallini sconfinano in continuazione sui pascoli occupati dalle greggi. Sono poco piu' di cento di proprieta' dell'associazione ippica aritzese. Affamati e allo sbando, ormai, anche perche' il direttivo dell'associazione si e' dimesso dopo aver trovato le carcasse spolpate dei dieci esemplari. E la sera i cavalli superstiti arrivano fino alle soglie del centro abitato, causando rischi di incidenti stradali. Quasi per chiedere soccorso alla popolazione. Un aiuto che la gente di Aritzo non puo' piu' dare. Servono terreni e ormai una vera e propria opera di assistenza. Dopo i numerosi appelli lanciati dagli amministratori comunali all'opinione pubblica e alla Comunita' montana ora il sindaco del paese, Antonina Paba, e la giunta municipale si rivolgono all'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente. «Come forse le e' noto - scrive il sindaco a Pasquale Onida - l'Associazione ippica aritzese, di cui fa parte anche il Comune, costituitasi circa un decennio fa, e' riuscita, contando quasi esclusivamente sulle proprie forze, a incrementare il patrimonio di animali fino a oltre un centinaio di capi. Finora, la stessa ha fatto fronte all'esigenza di pascoli per i cavalli ricorrendo all'affitto di terreni privati, avendo il comune ceduto tutti quelli di sua proprieta' all'Azienda foreste demaniali per interventi di forestazione. Questa via non e' piu' percorribile sia per la mancata disponibilita' dei proprietari, che intendono vendere i terreni, sia per il fatto che l'associazione ippica non dispone di risorse finanziarie da destinare allo scopo». All'assessore regionale si chiede, in sostanza, di riaprire al pascolo alcune aree rimboschite da oltre vent'anni, almeno per una gran parte dei cavalli. Simili inziative, infatti, sono state intraprese dall'assessore in altri comuni. A Laconi, per esempio, dove alcune decine di capi sono stati ospitati proprio in terreni dell'azienda forestale. «La comunita' aritzese - prosegue il sindaco - non riesce ad accettare serenamente che proposte simili possano essere accolte altrove e non ad Aritzo. Chiedo, pertanto, un incontro al fine di affrontare e definire l'intera problematica dei cavallini».

 

Ottobre 1999