Il Corriere della Sera
Venerdi' 5 settembre 1997
IL Caso/ Un'America priva di morale
nella pellicola
di un ventitreenne debuttante. Con abusi di ogni genere
"Bloccate il film
che tortura i gatti"
Sevizie e uccisioni: la Lega antivivisezione
contro "Gummo". Il regista: sono animali finti
dall' inviato Maurizio Porro
VENEZIA - Un pugno nello stomaco e' arrivato ieri per i "festivalieri", pronti
a tutto, ma magari non a vedere ripetute e patologiche sevizie a gatti
avvelenati, impallinati, frustati e rivenduti nei drugstore. E' successo
ieri durante la proiezione di "Gummo", e subito la Lega antivivisezione ha
chiesto il sequestro, senza peraltro aver ben letto i titoli di coda, che
avvertono che sono state utilizzate le controfigure degli animali: insomma,
i gatti sono finti.
Il regista ventitreenne Harmony Korine - gia' sceneggiatore dello scandoloso
"Kids" - che di fronte al gran successo di ieri e' scoppiato in singhiozzi
ed e' quasi scappato dalla sala, ammette di odiare i felini e di averne ammazzati
quando era piccolo, ma ripete che nel film non un pelo e' stato torto a un
gatto vero, e' solo "fiction". Che senso ha chiedere il sequestro di un film
che non e' uscito e quando uscira', col marchio Cecchi Gori, passera' la
censura? I festival, si sa, godono di immunita'. Dice il direttore Laudadio,
chiamato in casua come "complice": "Mi compiaccio dell'attivita' degli
animalisti, ma mi stupisco che dopo anni non sappiano distinguere tra un
pupo di pezza e uno vero: urge invitarli a un corso di effetti speciali".
"Il mio personale ordine del giorno - spiega il regista - e' solo quello
della ricerca della verita'. Non mi importa di essere politicamente corretto,
non faccio parte di alcun clan, neanche fra gli indipendenti, cerco un approccio
diverso a quel cinema che mi ha riempito la vita di ragazzo quando ci andavo
con mio padre. Ma l'America non e' sempre la solita New York e la solita
Los Angeles romanzate. L'America e' anche questa remota e violenta provincia
di cui sono stato, da piccolo, testimone oculare, dove puo' succedere che
i giovani percuotano i gatti: io registro, faccio puzzle, non do giudizi
e messaggi".
"Gummo" e' il nome de quinto fratello Marx, ma anche del tornado che sconvolge,
non solo fisicamente, questo pezzo di Idaho dove non vige piu' alcuna legge
morale e si presenta con un cane impalat su un'antenna tv. Nel film si vedeono,
su pellicola sgranata e sporca, senza un vero copione, con una logica narrativa
da flash, rapiti da una cinepresa a mano mobilissima, cose e sentimenti
allucinanti raccontati da due amici girovaghi e dispersi sulle rovine della
civilta' su cui e' passato un ciclone: un ragazino con le orecchie da coniglio
si aggira sperduto e fa pipi' dal cavalcavia (sempre meglio dei sassi); due
ragazzacci tolgono alla nonna la spina dell'ossigeno, un altro fa il bagno
in una vasca d'acqua nera, dietro cui occhieggiano le Barbie, mentre la madre
gli fa lo shampoo e gli porta un piatto di impropbabili spaghetti.; due minorenni
fanno sesso con una prostituta grassa. Poi ci sono gemelli, ragazzi down,
tre donne bionde amanti del gatto nero, i bambini della questua, un pervertito.
E' un'America nostruosa , peggiore di quella delle "True stories" di Byrne
o di Altman, vicina a quella di "Buon compleanno mr. Grape" di Di Caprio.
Nella colonna sonora si va da Madonna a "Cat killer" ("Assassino di gatto",
e' proprio una fissazione), dal rock al metal,. Gus Van Sant, maestro di
eccentricita', dice che il film "attraversa lo schermo come un'ala di pollo
fritto di una volta". E' l'opera della generazione X: piu' in la' o in qua
c'e' solo il Nulla. Non ha senso di parlare di film bello o brutto: la categoria
e quella del sociologicamente sconvolgente. I protagonisti al Lido non erano
presenti. Sembra che qualcuno sia in carcere o psicologicamente troppo
disturbato. Poi si puo' reagire come si vuole: ieri i giovani ridevano, ma
bisognerebbe fare a tutti una lastra dello stomaco.
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