Giovedi' 17 giugno 1999

Casilino/L’animale era rimasto infilzato in un cancello.
I militari lo hanno portato dal veterinario: ora e' la mascotte della caserma
Carabinieri, operazione gatto
Trovano un micio ferito, lo fanno operare a loro spese e lo adottano

ROMA _ Rannicchiato nello scatolone, Attila si lecca in continuazione le ferite che il veterinario gli ha da poco ricucito. Miagola se qualcuno si avvicina e soffia. I carabinieri che lo hanno salvato dicono che e' ancora troppo spaventato. L’animale sembra immobile, ma a un tratto, imprevedibile come tutti i gatti, con un balzo Attila esce dallo scatolone, e si avvia barcollando verso lo spiazzo davanti alla caserma dei carabinieri della compagnia Casilina. Annusa l’aria, stringe gli occhi, manda indietro le orecchie e muove la punta della coda, si prepara a fare un altro salto, ma gli manca lo slancio per raggiungere il cofano della gazzella del 112: e' ancora debole e intontito dall’anestesia. Un maresciallo lo solleva piano tra le braccia, facendo attenzione a non toccargli le ferite e lo mette sull’auto, il gatto si appiattisce sopra al cofano e appoggia il muso su una zampa.
Attila ha poco piu' di un anno, e' un bel micione grigio e nero: ieri mattina stava per morire dissanguato, trapassato dalla punta acuminata della cancellata di un condominio che aveva cercato di superare con un salto. ĞUn signore che abita nel condominio di via delle Magnolie ha chiamato il 112 per dirci che un gatto era rimasto infilzato dallo spuntone del cancelloğ, racconta un carabiniere del nucleo radiomobile, Ğquando siamo arrivati davanti al palazzo abbiamo visto il gatto che penzolava dalla sbarra di ferroğ. I carabinieri e i vigili del fuoco si sono avvicinati al micio e hanno visto che la punta di ferro aveva lacerato l’attaccatura di una zampa. ĞIl gatto era impaurito e non si lasciava avvicinareğ, continua il carabiniere, Ğil maresciallo si e' infilato un paio di guanti di lattice ed e' riuscito comunque a liberarloğ.
Una corsa fino all’ambulatorio di un veterinario, con il gatto che sembrava agonizzante, l’intervento durato oltre tre ore, settantacinque punti di sutura, alla fine il micio e' uscito addormentato da sotto ai ferri del dottore: ĞE’ salvoğ, ci ha detto il veterinario, Ğe noi ci siamo commossiğ. Il carabiniere dice che il dottore, Stefano Carbonai, e' stato molto bravo, e che hanno pagato solo 80.000 lire per un’operazione lunga e difficile, Ğe' stato un vero amico, sapeva che l’intervento lo pagavamo di tasca nostra e non voleva neppure quelle ottantamila lireğ. ĞUna volta in caserma abbiamo sistemato il gatto nello scatolone e pensato a come chiamarlo, ci e' venuto in mente che il nome adatto era Attila, perche' e' un gatto forte e vispoğ. Attila dovra' essere ancora curato, ma c’e' chi si prendera' cura di lui, l’intera caserma del Casilino, gia', perche' il micione e' stato adottato dai carabinieri che hanno deciso di farne la loro mascotte.

P.Vu.

Giugno 1999