Martedi' 5 Ottobre1999

 

Tanti casi soprattutto a Perugia, in centro storico. In campagna invece nessun allarme per la malattia
Aids dei gatti, strage di animali
Si diffonde il virus dei felini, ma non c’e' pericolo per l’uomo

 

di LUCIANO GIANILIPPI
Nel centro storico di Perugia si sta diffondendo l’Aids dei gatti. I micioni non lo sanno, ma i veterinari sì. L’avvertimento e' stato lanciato da alcune cliniche veterinarie. Ma non c’e' pero' motivo di allarme per le famiglie che tengono gatti in casa: il virus, o meglio i tre virus "Fiv", "Felv" e "Fip" che fanno strage di felini, non sono infatti trasmissibili all’uomo.
Dietro queste sigle un poco misteriose, note come "Aids dei gatti", ci sono patologie che provocano negli animali immunodeficienza, leucemia e peritonite. Dice la dottoressa Maddalena Curti, che ha l’ambulatorio in centro, in via Concordia, che sono stati rilevati numerosi casi di questo genere in citta', mentre ne vengono segnalati molti di meno dalla provincia e dalle campagne. Anche la dottoressa Laura Sabatini, che ha uno studio veterinario a Ponte San Giovanni, conferma che purtroppo queste malattie provocano numerose vittime tra i gatti perugini e «tranne cure sintomatiche, non c’e' ancora un rimedio specifico per tutti e tre i virus». La dottoressa Maria Carmela Alagia, della clinica Avs di via Manzoni, ricorda che i sintomi della "Fiv" sono infezioni molto persistenti con lesioni del cavo orale e congiuntivite.
E il dottor Amato Violini, presidente dell’Avulp, Associazione veterinari umbri liberi professionisti, tenta di spiegare il motivo di una diffusione dell’Aids felino tra i gatti nell’acropoli: «Sono tipiche malattie infettive di tipo virale, che si diffondono con i rapporti sessuali, la saliva, le feci e sembra anche con i morsi delle pulci, che colpiscono dunque soprattutto le colonie di gatti randagi». Violini, che ha l’ambulatorio al vocabolo Trebbio di Pila, rassicura pero' sul fatto che «non c’e' pericolo di contagio per l’uomo». Inoltre sono gia' ben note queste patologie "Fiv", "Felv" e "Fip", dato che su di esse sono stati gia' fatti studi approfonditi, anche se finora non sono stati trovati dei vaccini adatti. Ci possono essere misure preventive «per mettere l’animale in condizione di non contrarre queste malattie», ma non tutti coloro che hanno gatti sono d’accordo ad esempio nel farli sterilizzare.
Insomma anche per i gatti perugini si annunciano tempi bui. Le colonie di gatti che difendono le vecchie case dall’invasione di topi e ratti sono in pericolo. Proprio nel centro storico, dove per l’appunto sono rimasti a vivere ormai solo "quattro gatti".

 

Ottobre 1999