Domenica 25 aprile 1999

Le impronte nel Bellunese, tra animali sbranati e trappole di miele
Sulle tracce dell'orso Fritz
Il plantigrado sembra giocare a nascondino. La polizia: «Abbiamo ragione di ritenere che siano almeno tre gli esemplari che si aggirano adesso nelle nostre zone»

DAL NOSTRO INVIATO

BELLUNO - «Guardi qui: queste sono le orme dell'orso». E lui dov'e'? «Nelle vicinanze, c'e' da scommetterlo - scherza Franco De Bon, ispettore del Corpo di polizia provinciale di Belluno - Le piacerebbe incontrarlo? Se lo scordi. L'orso, appena fiuta una presenza umana (e il suo fiuto e' finissimo), se ne va. Da mesi lo seguiamo, riuscendo soltanto a trovare le tracce del suo passaggio: orme, peli, escrementi in abbondanza. E, naturalmente, i disastri che combina: alveari distrutti, pecore e camosci sbranati». Sabato mattina, sul greto limaccioso del torrente Cismon, in una gola stretta e profonda. Sole splendente, aria frizzante. Ben visibili, a mezzo metro dal naso, ecco le impronte. Sono due: una piu' grande (quella di una zampa posteriore), una piu' piccola (anteriore). Click del fotografo, brivido di emozione. E, nella fantasia, l'immagine del plantigrado scuro e peloso. Nella realta', l'orso delle valli bellunesi gioca a nascondino, seminando tra la gente curiosita' mista a paura. e' l'argomento del giorno. E da quando le notizie sugli ultimi avvistamenti hanno preso a circolare, le segnalazioni si moltiplicano. Va da sé - mettono in guardia gli esperti - che c'e' il rischio di prendere clamorosi abbagli. Un dato, pero', e' certo: dopo lo sterminio che, nel secolo scorso, aveva praticamente estinto la specie, l'orso, a distanza di cent'anni, e' ricomparso sulle Alpi dolomitiche. In una lenta migrazione dai Balcani, dove e' segnalata la presenza costante di circa duemila esemplari. «Abbiamo ragione di ritenere che oggi siano almeno tre gli orsi che si aggirano nelle nostre zone - osserva l'ispettore De Bon -. Segno tangibile che qui si e' ricostuito un habitat favorevole. In una parola, e' in atto un processo di rinaturalizzazione». E la Provincia montana di Belluno gia' sogna di essere indicata come «il Canada d'Italia».
FRITZ - A contemplare le impronte dell'orso ci sono anche un fotografo, De Bon e altri tre poliziotti della montagna. «Le abbiamo scoperte, su indicazione di un pescatore», spiegano. Guardiamo piu' da vicino: ecco, in evidenza, i segni delle unghie. Unghie? Unghione. Da come appaiono, meglio rinunciare allo scoop... nel caso in cui l'animale dovesse far capolino tra gli alberi. «Il segreto e' fingersi morti e non fiatare - avverte, sorridendo, De Bon -. Il nostro amico, comunque, dovrebbe essere un bestione da un quintale e mezzo. L'abbiamo chiamato Fritz, dal cognome di un collega, che, piu' di ogni altro, ha avuto la pazienza di tenerlo di vista. Avvistato nell'Agordino il 23 novembre del '98, Fritz ha vagato nei boschi, spostandosi poi a Sovramonte, dove ora ci troviamo». «e' passato di qui, ed e' arrivato sul greto del Cismon, scendendo, tra gli alberi, lungo il dirupo. A occhio, deve aver percorso il nostro stesso sentiero...».
SCORPACCIATA - Chi l'orso vuole vederlo (e filmarlo) ad ogni costo e' Vanni Zuglian, 14 anni, terza media. Abita a San Rocco, frazione di Sovramonte, in una casa ai margini di una macchia di larici. Come dargli torto? Mamma Giuliana, una settimana fa, ha avvistato il plantigrado, in fuga, dopo aver devastato alveari ed essersi cibato abbondantemente di miele. «Erano passate da poco le dieci di sera - racconta la donna - quando, all'improvviso, abbiamo sentito strani rumori nel prato. Mio marito, con una torcia, si e' affacciato alla finestra. Nulla. Io sono scesa in garage, ho preso l'auto e, coi fari accesi, avanzando lentamente, ho puntato verso le arnie. E in quel momento, ecco una grossa macchia scura muoversi e allontanarsi». La scoperta degli alveari distrutti e il sopralluogo delle guardie hanno confermato il passaggio dell'orso. A nemmeno cento metri dall'abitato. «Paura? Un po' - risponde Giuliana Zuglian -. Nessuno, certo, d'ora in poi s'inoltrera' a cuor leggero nei boschi». Ma Vanni, il figliolo, capta solo il lato eccitante dell'avventura. E, detto fatto, va nel prato; issa su un albero di melo un faro. Senza dimenticare di lasciare nei pressi una scorta di cibo (cotenne e avanzi di prosciutto) per Fritz. Poi, con l'aiuto di papa', fa scorrere il filo elettrico fino al balcone, dove piazza l'interruttore. Qui, munito di cinepresa e macchina fotografica, ogni sera, si apposta nella speranza di intercettare l'orso. Spera ragazzo, spera. E vedrai che Fritz ripassera'.
LA PECORA SBRANATA - De Bon e il suo gruppo ci rassicurano sulla «mitezza» dell'orso. Che fugge l'uomo, e l'attacca solo se aggredito. In ogni caso, disdegna le sue carni. Detto chiaramente: magari lo uccide, ma non lo mangia. Di che si nutre l'amico Fritz? Di larve, di formiche, di mele, di bacche, di miele. Ma, dopo il letargo invernale, quando il bisogno di proteine urge, consuma di buon appetito un camoscio, un cerbiatto, una pecorella che gli capitano tra le unghie. Ne sa qualcosa, al riguardo, Maurizio Manfroi, 25 anni, idraulico, allevatore di ovini per hobby. Anche lui abita a Sovramonte, localita' Servo. Martedì scorso, ha avuto la sgradita sorpresa di trovare una delle sue 14 pecore divorata. Spettacolo orrendo. L'orso l'ha squartata, spolpata, cibandosi di tutto (interiora comprese), tranne che della testa e delle ossa. «Mi sono accorto dello scempio attorno a mezzogiorno - racconta Maurizio -. Sono andato al recinto, che dista circa trecento metri da casa mia, per portare il fieno alle bestie, e subito ho notato la rete sfondata. E lì, accanto, la carcassa del povero animale».
CONVIVENZA - Tra allarmismi e interesse, il vero problema, adesso, e' istaurare una covivenza pacifica uomo-orso. «In passato - ricorda l'ispettore De Bon - il pastore, il cacciatore, sterminavano l'orso, poiché lo consideravano un nemico. Oggi queste ragioni sono venute meno. e' giusto, quindi, salutare di buon grado il suo ritorno. Senza forzature, in un armonioso rapporto con la natura. La gente, pero', deve imparare a conoscerlo, deve essere istruita su alcune regole di comportamento. La nostra Provincia si sta gia' attivando, in questa direzione». Vuoi vedere che, nelle scuole bellunesi, e' in arrivo un nuovo corso obbligatorio? Titolo: balla con gli orsi.

Marisa Fumagalli

 

aprile 1999