
Martedi' 30 Novembre
1999
A Campoli Appennino,
dove funziona un centro visita, presentato un progetto unico in Europa per
attirare nuovi turisti
La
Valcomino? La salveranno gli orsi
Il Parco nazionale punta
al rilancio, ma molti amministratori frenano
di ALESSANDRO BIAGI
Il Parco Nazionale d’Abruzzo amplia il suo raggio di interesse anche in
Ciociaria e, con il "Progetto Valcomino 2000", mira a rendere il
versante laziale del parco piu' fruibile, soprattutto sul profilo dello
sviluppo ecoturistico. Fino a poco tempo fa la Ciociaria, e piu'
specificamente la Valcomino, subiva la presenza del Parco esclusivamente per
i notevoli vincoli paesaggistici e di fruizione delle aree che
l’appartenenza di alcuni territori laziali alla sua area comportava. Da
qualche tempo, pero', qualcosa sembra stia cambiando, anche se con programmi
e metodologie non da tutti approvate.
Domenica a Campoli Appennino, dove da un anno circa e' stato aperto uno dei
cosidetti "Centro orso" (una sorta di "ufficio vetrina"
in territorio laziale del Parco) in occasione della Festa del Tartufo, si e'
parlato dei progetti di ampliamento dell’Ente in Ciociaria, presentando
un’interessante area faunistica denominta "Fossa degli Orsi".
Nella dolina naturale di Campoli Appennino, infatti, recintata e strutturata
adeguatamente, verra' inserita una comunita' di orsi bruni marsicani, che
potranno essere ammirati dai visitatori grazie ad alcuni punti di
osservazione dislocati nel paese, intorno a tutta l’area della dolina.
«E’ un’iniziativa unica in Europa - ha commentato Fulco Pratesi,
presidente dell’Ente Parco, presentando il progetto - ed e' una maniera di
dimostrare come al Parco interessi l’area laziale. Serve solo una maggiore
collaborazione delle amministrazioni locali, che comunque sono molto piu'
recettive di un tempo». «Per noi avere un’area faunistica di questo tipo
e' una grande opportunita' turistica - ribadisce il sindaco di Campoli,
Benedetto Carrafelli - ben venga l’espansione del Parco, perche' e'
portatore di turismo e comporta molti meno vincoli di quanto si possa
immaginare».
Non sono di questo avviso, pero', oltre ai cacciatori (di cui parliamo a
parte), anche alcune amministrazioni locali. «Di ampliare i confini del
Parco ai nostri territori non se ne parla nemmeno - commenta secco il
sindaco di San Donato, Carlo Pittiglio - il Parco, con le sue leggi,
comporta ancora troppe restrizioni. A Picinisco, ed e' uno dei tanti esempi
che si possono fare, un progetto per la costruzione di una seggiovia, gia'
approvato e finanziato, stenta ad attuarsi a causa dei veti e delle
restrizioni dell’Ente. Va poi detto - continua Pittiglio - che l’Ente
deve essere piu' democraticizzato. I suoi dirigenti, non possono decidere da
soli, come hanno fatto finora, dove, come e quando intervenire. I Comuni
della Valcomino devono essere parte attiva dei progetti di intervento e non
subire passivamente le decisioni di altri».
Novembre
1999
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