
Domenica 17 gennaio 1999
Il provvedimento di Venezia
contro i volatili
Non basta uccidere i piccioni.
Educhiamo prima i cittadini
L'ordinanza del Comune di
Venezia decreta, per motivi di igiene e sanita' causati dal sovraffollamento, l'uccisione
di un numero grande, seppure imprecisato, di colombi. Cosė questi volatili, famosi nel
mondo, avranno un altro motivo, questa volta triste, per finire sui media. Non ho titolo
per trattare degli aspetti igienico-sanitari (anche se, scorrendo la bibliografia, non mi
sembra il caso per allarmismi). Di questo evento diro' quindi solo dal punto di vista
etico ed ecologico. Quello etico: l'ordinanza si preoccupa di informare che i colombi
verranno soppressi con metodo eutanasico. e' un dato di fatto, pero', che la riproduzione
e' gia' iniziata. Quanti nidiacei moriranno crudelmente di fame nei nidi, se i genitori
verranno soppressi o anche semplicemente rilasciati dopo un periodo, anche di un solo
giorno, di cattivita'? e' un aspetto, mi pare, che non puo' venire ignorato. Entriamo ora
nell'ottica ecologica facendo qualche conto. Una coppia di colombi si riproduce sei-sette
volte l'anno, dando vita a due piccioni per nidiata, e questi, dopo non molti mesi, sono
in grado di riprodursi a loro volta. Cosė, anche ammettendo di eliminare una buona parte
dei colombi, quanto ci vorra' per ricostituire la popolazione di partenza, soprattutto se,
ora, si tratta di una popolazione sana? Non molto, credo. Per agire efficacemente occorre
farlo sulle cause dello squilibrio.
Agendo solo sui sintomi (il sovraffollamento) si ottengono vittorie a breve termine.
Questo, purtroppo, e' un modo d'operare che spesso si verifica quando si tratta di
squilibri ambientali. Si fa poco, si aspetta, o peggio ancora si favoriscono le condizioni
per l'emergenza, e quando questa, poi, fatalmente arriva, s'agisce in modo drastico e
radicale. Non e' che a Venezia, a dire il vero, negli ultimissimi anni non si siano fatti
tentativi, ma evidentemente cio' non e' stato sufficiente. Probabilmente era gia' troppo
in la' l'emergenza. I colombi, per comprenderne la dinamica delle popolazioni, vanno
inquadrati in un sistema: da un lato le risorse disponibili, che consentono loro la
sopravvivenza e l'eventuale sviluppo, dall'altro i fattori limitanti. Le principali
risorse sono gli alimenti e i siti di nidificazione, i fattori limitanti soprattutto i
predatori.
Ora, e' un dato di fatto che le nostre citta' sono ricche, come mai sono state, di risorse
alimentari. Percio' pullulano (anche) di ratti. Nel caso di Venezia, poi, vige ancora
l'abitudine di lasciare i rifiuti, per calli e campi, in sacchetti di plastica, cosė
gatti, ratti, gabbiani li rompono e i colombi partecipano al festino. E poi i colombi,
nonostante i divieti, vengono nutriti. e' un piacere atavico quello di nutrire gli animali
e molti non riescono a farne a meno.
Infine c'e' la risorsa dei siti di nidificazione. I colombi nidificano nei buchi dei muri,
in ogni spazio piano degli edifici, nelle soffitte. In certe citta' e' fatto obbligo ai
proprietari di immobili di rendere inagibile ogni possibile sito, mentre la municipalita'
controlla quelli pubblici. Il controllo dei nidi e' utile non solo per la limitazione
delle nascite, ma anche per la salute stessa dei colombi e, per ricaduta, dei cittadini. I
nidi non governati divengono infatti ricettacolo di parassiti, prime fra tutti le zecche.
Quanto ai predatori, diro' subito delle taccole, perche' non solo predano nidiacei e uova,
ma perche' competono per gli spazi di nidificazione. Ben piu' determinanti, comunque,
sarebbero i veri rapaci, soprattutto i pellegrini e gli allocchi, ormai quasi scomparsi
perche' perseguitati. e', in verita', ancora possibile favorirne la nidificazione in
citta', anche installando nidi artificiali, ma si tratta di un lavoro lungo e paziente.
C'e', infine, un altro singolare "predatore" che s'e' perduto, l'uomo. In tempi
meno ricchi, consistente era infatti il prelievo, a scopo alimentare, dei novelli. Ora non
e' piu' cosė, e tutto s'assomma per spostare l'ago della bilancia a favore dei fattori di
crescita.
Credo di avere dato almeno un'idea della complessita' del problema. Un riequilibrio
definitivo non potra' essere ottenuto agendo solo su uno o pochi fattori. e' necessaria
una competente, lunga e paziente azione su tutti i fronti, non ultimo quello
dell'educazione dei cittadini. Bisogna che questi comprendano l'importanza del vivere
nell'ambito di un'ecologia urbana equilibrata. Cio' per il benessere nostro e loro, oltre
che per la bellezza, insomma per quella che si chiama la qualita' della vita. Risultato
ottenibile, e comunque da perseguire. Occorre pero' che ci si convinca, una volta per
tutte, che non viviamo fuori dalla natura, ma all'interno della sua raffinata
complessita'.
Danilo Mainardi
gennaio 1999


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