Sabato 16 Ottobre 1999

Emergenza piccioni a Santa Maria
Residenti e negozianti accusano
«Comune e Asl inadempienti»



Yvonne Frisaldi

CHIETI. «Se vi danno fastidio gli escrementi dei piccioni l'unico consiglio che possiamo darvi e' quello di mettergli le mutande». Non si tratta della battuta amena di un buontempone, ma della risposta «tecnica» con la quale un impiegato della Asl di Chieti avrebbe liquidato un cittadino che chiedeva aiuto. Dopo l'allarme sporcizia, in citta' esplode l'«emergenza piccioni».
«Sono mesi che il quartiere di San Maria e' bombardato dagli escrementi di questi animali, abbiamo chiesto piu' volte un intervento anche all'assessore comunale Ginefra, ma siamo stati presi solo in giro con false promesse» racconta inviperito Mario Capetola, proprietario del Klein bar in via degli Agostiniani «la mia attivita' rischia di chiudere per questa sporcizia che piove dai tetti e che va a depositarsi in blocchi, per terra e sulle auto posteggiate».
Qualche giorno fa, raccontano i negozianti di via Agostinini «l'asfalto era talmente viscido a causa degli escrementi che una signora e' scivolata uscendo di casa ed e' finita al pronto soccorso».
Nel mirino di negozianti e residenti del quartiere Santa Maria, finisce anche la Neturba', societa' che gestisce la pulizia della citta': «Mi rincresce dirlo, ma gli operai di questa ditta, non sanno fare il loro il mestiere» prosegue Mario Capetola «la sporcizia non viene rimossa dall'asfalto e l'acqua spruzzata dall'autobotte serve solo a peggiorare la situazione. Sulle strade si forma una specie di melma maleodorante e insidiosa».
L'emergenza piccioni ha colpito inoltre via dei Crociferi e via Brunetti «anche se non piove ci tocca uscire di casa con gli ombrelli per non rischiare di rovinare gli indumenti» protestano i residenti.
«L'amministrazione comunale ci considera cittadini di serie z eppure le tasse le paghiamo eccome» dice il commerciante «il mese scorso ho pagato una bolleta di mezzo milione per il servizio della nettezza urbana,oltre alle altre tasse e imposte di routine. Chi amministra deve mettersi in testa che i soldi noi comercianti non li andiamo a rubare e per tutto quello che sborsiamo abbiamo pur diritto a un minimo di servizi. La mancanza di igiene nel quartiere» dice Mario Capetola «rischia di farci ammalare tutti e di farci perdere i clienti, stufi di collezionare patacche sugli abiti e di tapparsi il naso per la puzza».

 

Ottobre 1999