
Domenica 24 gennaio 1999
Pet Therapy
Curarlo e
vezzeggiarlo per guarire
dai disturbi della sfera affettiva
Quando accarezzate il vostro cane, giocate
con lui e magari vi fate leccare le mani, state aiutando non solo il vostro amico a stare
bene, ma fate del bene anche a voi stessi. Questo quanto assicura un nuovo indirizzo di
cura, la pet therapy, che prevede l'uso di animali domestici, soprattutto i cani,
per aumentare il benessere delle persone e far guarire prima alcuni malati. Il principio
della pet therapy e' semplice: il paziente viene invitato a spazzolare il cane,
ad accarezzarlo e a parlargli. Spesso tutto si trasforma in un gioco, come quello di
lanciare un bastone e farselo riportare indietro. Se il paziente e' per esempio un
disabile che deve recuperare l'uso di un braccio o di una gamba, allora il fisioterapista
inserisce l'animale negli esercizi di riabilitazione, invitando il malato ad allungare il
braccio per toccare il cane o fare il giro della stanza accompagnato da lui. Comunicare
con i cani puo' aiutare alcuni malati, per esempio depressi, a stabilire un rapporto con
il mondo esterno, spingendoli a parlare anche con gli stessi esseri umani. Un effetto
della pet therapy che e' stato possibile misurare e' quello dell'abbassamento
della pressione del sangue, in particolare durante le situazioni di tensione, come un
litigio.
I cani scelti per questa terapia vengono sempre selezionati con cura, perche' devono
essere assolutamente sani e privi di zecche o altri parassiti. Inoltre i volontari
controllano il loro carattere: devono essere allegri, socievoli e calmi, non devono avere
paura degli sconosciuti e dei rumori. La razza del cane, invece, non ha molta importanza e
neanche l'eta'. Straordinari i risultati che si ottengono con i bambini. Secondo Valentina
D'Urso, docente di Psicologia generale all'Universita' di Padova, tenere un animale
domestico in casa e' importante anche per gli anziani che vivono da soli. Caricandoli
della responsabilita' di un altro essere vivente, li motiva infatti ad uscire di casa, per
esempio a comperare del cibo, moltiplicando le occasioni di contatto sociale. Inoltre,
puo' essere un modo per avere uno scambio affettivo, con reciproca soddisfazione. A questo
punto D'Urso cita il caso di uno studio sperimentale, programmato per misurare i benefici
della pet therapy. A un gruppo di anziani, in buone condizioni generali, ma che
mostravano segni di dimagrimento, era stato affidato un cane o un gatto per un mese e
mezzo. Al termine del periodo di studio i medici hanno verificato che i partecipanti non
solo avevano recuperato il peso forma, ma si erano cosė affezionati agli animali loro
affidati, che non li hanno piu' restituiti. Tuttavia, secondo Maria Malucelli, della
Fondazione Fatebenefratelli di Roma e docente di Psicologia clinica, e' bene evitare che
il rapporto con gli animali, piu' facile perche' pone l'uomo in condizione di
superiorita', diventi l'unica forma di comunicazione con il mondo esterno. In tal caso la pet
therapy diventerebbe inutile e l'amore per gli animali, in particolare i gatti, si
trasformerebbe in ben altro: in un'ossessione.
Claudia Grisanti
gennaio 1999


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