La Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le leggi approvate
negli anni passati da diverse Regioni per consentire la caccia "in deroga" ai
piccoli uccelli, come fringuelli e passeri. Il governo Prodi, nel 1997, li aveva esclusi
dalle specie cacciabili, seguendo le indicazioni delle Direttive europee al riguardo, ma
alcune regioni, per contentare i cacciatori, avevano poi emanato delle norme in deroga
alla legge nazionale. Con la sentenza n. 168 del 1999 la Consulta ha ribadito che spetta
solo allo Stato la modifica dellelenco delle specie cacciabili. Le Regioni hanno
facolta' di aumentare quelle protette, non di estendere quelle "condannate a
morte", scrive la Lav, Lega Antivisezione, salutando con soddisfazione la decisione
della suprema corte. La quale, con la sentenza immediatamente successiva, la n. 169, ha
bocciato il decreto del presidente del consiglio Prodi che disciplinava le deroghe per le
Regioni, sullo stesso argomento. Ancora una volta sono le istanze centralistiche, lo
Stato, la Corte costituzionale e lUnione europea il riferimento per la difesa degli
animali e il decentramento alle Regioni si evidenzia sempre piu' come pericoloso e
soggetto alle pressioni di interessi localisti. La Lav propone addirittura che le Regioni
paghino una "tassa", che sarebbe meglio definire una "multa", sui
fringuelli ammazzati per colpa loro; spiega Ennio Bonfanti, dellassociazione
animalista: "Un miliardo di lire per ogni mese di caccia degli anni 97,
98 99 in cui hanno consentito illegittimamente la strage di uccelli che pesano
meno della cartuccia usata per ucciderli".