Martedi' 24 Agosto 1999

 

Il viaggio di una rondine abruzzese:
dal Saline fino all’Africa Centrale


PESCARA - Dall’Abruzzo all’Africa Centrale. Metro piu' metro meno, qualcosa come 4.291 chilometri di distanza. Tanti ne ha percorsi una giovane rondine prestata alla ricerca scientifica. Inanellata nel settembre 1998 nella nostra regione, per la precisione nell'area tra il Piomba e il Saline, la rondine e' stata ripresa nei giorni scorsi nella Repubblica Centrafricana, presso la foresta di Ngotto. Lo ha reso noto il Wwf abruzzese i cui ornitologi del centro di ricerche faunistiche partecipano a un progetto internazionale chiamato (non potrebbe essere altrimenti) «Rondine». Un piccolo evento che nella sua leggerezza ci sgrava per un attimo della pesantezza di quest’estate d’afa e lutti.
Sempre il Wwf, prendendo spunto dalla lieta notizia, ci fa sapere che negli ultimi due anni i ricercatori abruzzesi hanno applicato circa 2.000 anelli di riconoscimento ad altrettante rondini. «L' area tra le foci del Piomba e del Saline, tra Pescara e Montesilvano - dicono i responsabili dell’associazione ambientalista - costituisce uno dei piu' grandi e importanti dormitori di rondine in Italia durante la migrazione: nel 1998 fino a 80.000 individui hanno utilizzato in una sola sera i canneti».
Nella stessa area, spiegano ancora gli ambientalisti, «sono stati catturati dieci individui provenienti da altre aree italiane e uno dalla Slovenia ed e' stata ricatturata una cannaiola, un piccolo uccello di canneto, inanellata in Ungheria». Il Wwf, alla luce dei dati raccolti, ritiene che qualsiasi progetto che modifichi l'area, tra cui l' ipotesi di ampliamento dell' approdo turistico, debba essere messo da parte, «per salvaguardare un patrimonio naturalistico di valenza internazionale. Una zona che rappresenta anche un fantastico richiamo turistico con lo spettacolo offerto da migliaia di rondini che volano sul mare al tramonto, prima di andare a dormire».

Agosto 1999