
Domenica 10 gennaio 1999
Caccia alla volpe ingiusta e
sanguinaria
Giorgio Forattini
Quest'anno, come altri anni, ho passato le
feste in campagna, in Toscana, in una casa di proprieta' della famiglia di mia moglie.
Casa che si trova in mezzo a un bosco. E come gli altri anni, d'inverno, vengo svegliato
da cacciatori, vestiti da Rambo griffati che sparano ininterrottamente fino al tramonto a
tutto cio' che vola e si muove in questo bosco, arrivando fin sotto casa coi loro cani
latranti, portati comodamente in grandi Range Rover colme di armi e munizioni.
Ieri 6 gennaio, festa religiosa dell'Epifania, si sono presentati in cinque, con tre cani
addestrati per la caccia alla volpe. (Mia moglie ne aveva visto un bellissimo cucciolo
rifugiarsi nel bosco, spaventato dai fari della sua auto: speravamo che nessun altro
l'avesse avvistato). Ma alle 10 puntualmente, questo cucciolo (che non poteva essere di
pericolo per nessuno, neanche per le galline), era gia' morto, dopo essere stato stanato e
inseguito dai cani, sbranato e finito a colpi di fucile da caccia grossa, e portato infine
come un trofeo negli stupidi tinelli di questi eroi benestanti. Tutto questo, poi, con la
benedizione di una legge medievale che, unica al mondo, oltre a permettere a gente armata
di entrare nella tua proprieta' privata in base al diritto d'inseguimento della preda,
protegge la distruzione della fauna indifesa. Che cosa fanno i Verdi, gli Ecologisti, il
Wwf, la Protezione animali, la Lipu, Abele, "Nessuno tocchi Caino", i nemici
della pena di morte, Amnesty International, la Chiesa, i Carabinieri...insomma tutti
quelli che dovrebbero proteggere la sacralita' della vita, a qualsiasi essere appartenga?
Nessuno si e' mai mosso per cancellare in Italia questa ignobile legge che tutela la
caccia, tranne Pannella e pochi altri, attraverso qualche referendum , regolarmente reso
inutile prima dalla Corte costituzionale, poi dall'astensionismo e dall'indifferenza,
infine dall'ineffabile Parlamento, che non li ha mai difesi e fatti rispettare.
Abbiamo solo la speranza che l'Europa, della quale siamo immeritatamente entrati a far
parte, ci obblighi, con le sue leggi, pena l'espulsione, a diventare finalmente un paese
civile e moderno.
gennaio 1999
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