Nella casa di
        terra il materiale edile è costituito da un impasto di argille pelitiche di varia purezza
        (circa l80%) con paglia trita ed eventualmente pure con pula o con ghiaietta, a
        seconda della tradizione di lavoro. Ma la più notevole differenza che si osserva da zona
        a zona, consiste nella tecnica impiegata per la messa in opera del materiale per la
        costruzione del muro. 
        I sistemi più praticati sono due: 
        1) sovrapposizione dei mattoni crudi; 
        2) compressione dellimpasto argilloso colato entro provvisorie
        pareti di legno. Un terzo sistema, di scarsa importanza attuale perché riservato ormai
        esclusivamente alla costruzione di capanne e di rustici, consiste nellapplicare
        limpasto ad una graticciata di travetti di legno o ad una incannucciata, che
        costituirà in permanenza lo scheletro di sostegno del muro. 
        Questa efficace descrizione è tratta da "Lambiente
        geografico della casa di terra in Italia" una ricerca della fine degli anni 50
        del geografo O. Baldacci. 
        Mario Ortolani nel 1961 in "La casa rurale negli Abruzzi"
        descrive la tecnica costruttiva denominata massone: - Nella maggior parte delle
        "pinciaie" abruzzesi i muri sono eretti con un procedimento ancora più
        semplice. Simpasta con acqua largilla, presa dal terreno stesso ove sorgerà
        la "pinciaia", o trasferita da una dargilla pura (argilla rossa detta
        "terra porcina", aggiungendovi poco alla volta paglia triturata o pula (detta
        dai contadini cama, came) e qualche manciata di pietrisco. Quando limpasto ha
        raggiunto la consistenza adatta, un operaio con un misurato colpo di zappa ne asporta una
        zappata: la maneggia poi con le mani rotolandola sopra uno strato di cama, la quale vi
        aderisce e serve a dare elasticità allinsieme; un altro operaio prende le zappate e
        le pone in opera fino a completare, lungo lintero perimetro della casa, un primo
        strato alto 50-70 centimetri. A questo punto bisogna lasciar asciugare per cinque o sei
        giorni: frattanto si procede con vanghe a lisciare la faccia interna ed esterna della
        parete edificata, tagliando ogni prominenza. Quando si riprende a costruire, bisogna prima
        bagnare lultimo strato di zappate poste in opera, in modo che possano fare buona
        presa con quelle fresche. -
        Nel linguaggio internazionale la tecnica del mattone crudo assume il
        nome di adobe (spagnolo); limpasto colato o terra battuta di pisé (francese);
        dellimpasto applicato ad una graticciata di thorchis (francese), di fachwerk
        (inglese); del massone di bauge (francese) e di cob (inglese).
        La tecnica di costruzione deve temere il primo e grande nemico della
        terra: lazione di erosione dellacqua. La risposta è affidata ad un detto
        popolare inglese che riassume la saggezza del bravo costruttore "per durare secoli,
        alle case di terra bastano un buon cappello e dei buoni stivali". Dunque un tetto
        sporgente per proteggere i muri dalla pioggia, dalla sua azione meccanica, e fondamenta di
        pietra per evitare che vengano danneggiati dallerosione delle acque di scolo o che
        si inumidiscano per capillarità. Nei diversi luoghi che hanno adottato la terra quale
        materiale da costruzione si sono elaborate diverse tecniche di protezione, integrazione
        strutturale e decorazione diventate, nel tempo, caratteristiche locali.