D'Abruzzo

Il trionfo 
di Asinio Pollione

Gli appuntamenti

Parafrasando l’aria mozartiana, il Teatro Marrucino di Chieti, da oltre duecento anni, costituisce il riferimento per gli amanti dello spettacolo teatrale in Abruzzo

Home
Su
Filo diretto
Catalogo
Abbonamenti
Cerca

Il Teatro Marrucino a Chieti
Ai piaceri d'amor qui tutto adesca
Testo di Maria Concetta Nicolai Foto di Luciano D'Angelo

.

Dopo un drammatico scontro con i briganti, l’annientamento dell’intera Compagnia, la prigione nelle segrete del castello di Loreto Aprutino, per Rémy d’Hauteroche, ventenne tenente dell’esercito bonapartiano, il ritorno ai piaceri della vita fu una serata al teatro di Chieti.
Erano gli ultimi giorni dell’ottobre 1806 e al giovane francese sembrò, per un attimo, di essere ritornato alle eleganze dell’Accademia militare di Fontainebleau: dapprima la cena al tavolo del Governatore Generale degli Abruzzi, quindi lo spettacolo a cui assistette dal palco riservato allo Stato Maggiore. Già allora, il teatro, che si apriva su Largo dei Veneziani, costituiva il riferimento culturale e mondano della città. Le opere vi giungevano solo dopo pochi anni la prima nei grandi centri europei e le compagnie spesso proponevano interpreti celebri e attrici famose, come quella Antonina Longoni, prima donna, nel 1805, ne Le Cantatrici villane di Valentino Fioravanti.
Le rappresentazioni, frequentatissime, tanto che i titoli restavano in cartellone per parecchi giorni, scandivano le abitudini della nobiltà e dell’alta borghesia teatina, riconfermando una consuetudine sociale le cui origini sono forse antecedenti al grandioso teatro romano del I secolo dopo Cristo. Il fatto che i libretti d’opera, soprattutto nel diciottesimo secolo, si stampassero a Chieti testimonia come la frequentazione teatrale non fosse un avvenimento estemporaneo ed eccezionale ma, al contrario, il punto centrale della mondanità cittadina.
Da questa accertata e generale inclinazione che rendeva inadeguata la struttura settecentesca in largo del Teatro vecchio, nasce l’esigenza di un nuovo e più ampio edificio da costruirsi sul sito della Chiesa dei Gesuiti a Palazzo Martinetti, impresa che dopo alterne vicende si concluse nel 1818, quando la sera del 12 gennaio, con un gran ballo, il nuovo Real Teatro fu intitolato al nome di S. M. Ferdinando I, re delle Due Sicilie. Ma la vera inaugurazione si ebbe due sere dopo il 14 gennaio con la rappresentazione della Cenerentola di Gioacchino Rossini.
Da allora, pur tra alterne vicende - tra le quali è da ricordare il cambio di intitolazione (da Ferdinando I a Marrucino), avvenuta dopo l’unità d’Italia e precisamente nel giugno 1861 - e la chiusura dagli anni ‘50 ai ‘70, dovuta a lavori di adeguamento e restauro, il Teatro di Chieti è sempre stato il centro più vivace della cultura abruzzese.
Non a caso proprio al Marrucino, il 24 giugno 1904 si ebbe la prima rappresentazione regionale della Figlia di Iorio, alla quale assistette lo stesso d’Annunzio, dando all’avvenimento la dimensione storica che ancora lo connota. Lirica, balletto, prosa, concerti, ogni forma di spettacolo ha trovato in questo teatro, in oltre duecento anni, il giusto spazio e se le cronache non registrano più “tolette scintillanti di gioielli e di sete in ogni ordine di palchi” anche oggi una serata al Marrucino è sempre un gran bello spettacolo di eleganza e mondanità, non fosse altro per il dispendio di luci e l’andirvieni che anima la piazza antistante e i vicini portici.
L’ampliamento concluso nel 1876 portò la struttura del Marrucino a 59 palchi suddivisi in quattro ordini, ad un ampio loggione di 120 posti e ad una platea capace di accogliere 20 poltrone e 146 sedie. L’imponente telone largo 1500 palmi e lungo 36, dipinto dall’artista napoletano Giovanni Ponticelli e i due artistici paggi di terracotta, realizzati da Costantino Barbella per l’ingresso, sono solo due elementi, anche se tra i più significavi, di un apparato decorativo ricco e raffinato.
“Chieti può andar superba e grata al suo architetto signor Vecchi di possedere un teatro che, per eleganza e buon gusto può rivaleggiare con i principali delle più artistiche città d’Italia. - scriveva al riguardo il cronista del Nicate - Il palcoscenico ha proporzioni eccellenti e comodità che difficilmente si osservano in altri teatri. La sala è bellissima e la sua curva è condotta con una perfetta conoscenza delle esigenze armoniche di un teatro: le linee sono di una scioltezza senza pari e fatte elegantissime da una decorazione che il Signor Samoggia studiò con molta diligenza e rese con grandissimo effetto. Il Ponticelli superò se stesso nella esecuzione del telone che rappresenta il trionfo di Caio Asinio Pollione, e di lui non so se ammiri più la magnificenza della composizione o la vaghezza del colorito”.
Attualmente, dopo gli ulteriori interventi degli anni scorsi che hanno consolidato le strutture esistenti, rinnovato gli splendori delle decorazioni originali, il teatro dispone di 500 posti distribuiti in quattro ordini di palchi, un loggione ed un ampia sala ricostruita leggermente inclinata secondo la curva logaritmica di Nikolsky. La parte nuova è costituita da una struttura annessa, dove hanno sede gli uffici, la biblioteca di specializzazione, la direzione, due sale per coristi, la sala per le audizioni, i camerini per gli artisti ai quali si accede dallo stesso palcoscenico.
Il teatro dispone inoltre di un elegantissimo foyer nei cui ampi spazi trovano posto il bar e una sala utilizzabile per conferenze, concerti e mostre. Ma il Marrucino non è solo un’istituzione teatrale che mette insieme, di stagione in stagione, un cartellone di prim’ordine. Dal 1997 ha dato vita al Laboratorio di Formazione orchestrale e corale (presidente onorario Gianluigi Gelmetti, direttore artistico Sergio Rendine, direttore stabile dell’orchestra Maurizio Dones, direttore del coro Donato Martorella, segretario artistico Gabriele Di Iorio) e al Laboratorio formativo di Danza antica e classica. Laboratori, questi, diretti da artisti di fama internazionale che stanno dando ai giovani allievi grandi opportunità e al Teatro grandi soddisfazioni. Basti dire che la formazione orchestrale e corale del Marrucino, formata da oltre 100 allievi, si è esibita con artisti del livello di Michele Campanella, Giorgio Carnini, Rajna Kabaiwanska, Monica Bacelli e molti altri. Il laboratorio, del resto, vanta prestigiose collaborazioni con l’Accademia Chigiana di Siena, la fondazioni Cini, l’Eurobottega, il Teatro “G. Verdi” di Firenze, il Teatro “G. Verdi” di Pisa, I Solisti Aquilani e nel dicembre del 1998 è stato chiamato al Teatro Grande di Brescia per eseguire la prima mondiale dell’opera “Pasqua fiorentina” di I. Capitanio.
Memorabili rimangono due esibizioni: la prima alla Sala Nervi - aula Paolo VI, in Vaticano, il 2 maggio 1999, per l’esecuzione in prima mondiale della “Missa de beatificatione” in onore di padre Pio, composta da Sergio Rendine e con la partecipazione del tenore solista Josè Carreras, evento trasmesso in mondovisione. La seconda, il 7 maggio 1999, con il memorabile “Stabat Mater” di Rossini, diretto nella Cattedrale di Chieti da Gialuigi Gelmetti, voci soliste: Ragatzu, Bacelli, Portari e Chiummo.
Il laboratorio di danza diretto da Giorgio Mancini, noto ballerino e coreografo di Chieti, attualmente direttore artistico del Teatro Grande di Ginevra, ha prodotto ottimi lavori di danza antica curati da Maria Cristina Esposito e di danza contemporanea curati dallo stesso Mancini. Prossimamente vi sarà uno stage di danze storiche (marzo-maggio 2000), patrocinato dal Provveditorato agli studi di Chieti, come corso di formazione per gli insegnanti della Scuola dell’obbligo.
La Regione Abruzzo riconosce il Marrucino come sede per la formazione di attori e tecnici di palcoscenico. In quanto tale vi opera dal 1998 una Scuola di recitazione particolarmente attiva che ha allestito, sotto la regia di Sabatino Ciocca, produzioni di grande pregio, quali i “Dialoghi delle Carmelitane”, “Pseudolo” e la “Devozione della Nativitade”.

 

EDIZIONI
MENABO'


Coordinamento multimediale
Maria Concetta Nicolai

Webmaster
Giustino Ceccarossi

© 1998, 1999 Edizioni Menabo', Professional Net