
Sabato 15 maggio 1999
Potenza: figlio di contadini,
aveva trovato in «Rondella» la ragione di vita,
ma gliel'hanno portata via
«Fausto e' morto di dispiacere»
Il dramma del giovane disabile
privato «per ordinanza» della sua cavalla
DAL NOSTRO INVIATO
VAGLIO BASILICATA (Potenza) - Le leggi, le
procedure, le ordinanze. Il rispetto dell'igiene e della sanita' pubblica. Gli ordini
dell'autorita'. Mancava solo il plotone di esecuzione per la povera Rondella, la cavalla
amata «come 'na cristiana» da Fausto Cirigliano, handicappato dalla nascita per colpa di
una fragilita' alle ossa che nessuno avrebbe potuto curare. Quando gli hanno portato via
Rondella, dicono in paese, Fausto e' morto. Rondella e' stata portata in campagna, in una
masseria, circa un mese fa. Fausto si e' spento l'altroieri.
Per un arresto cardiaco, dice la diagnosi, quasi che si potesse morire davvero se il cuore
non si arrestasse. «Fausto e' morto dispiaciuto», sostengono invece i vecchi in
piazza, e spiegano come non c'e' differenza tra morire di dispiacere e chiudere gli occhi
«dispiaciuto». «Soprattutto quando ti muore un cavallo. Perche' il cavallo e' l'animale
piu' intelligente, piu' pulito e piu' fedele». Molti di questi anziani contadini avevano
«le bestie», da latte e da soma, ma non c'era nessuno che non avesse un cavallo, o un
mulo. Come avrebbero fatto, senza, a scendere e a risalire questa montagna, e arrivare fin
quassu', a mille metri? «Duemila abitanti, duemila tra cavalli e muli», dicono. E ora?
«Ora sono rimasti solo i somari», ironizza tagliente un vecchio. Inutile chiedergli dove
cercare «i somari». Gli altri intorno a lui ridono per la battuta. Ma poi si fanno seri.
«Allontanata per motivi igienici... Ma davvero questa cavalla poteva avvelenare tutto il
paese? E le leggi funzionano solo per il cattivo odore dei cavalli, tra l'altro in un
paese contadino e dall'aria finissima? Dov'e' la stessa severita' quando ci inquinano le
acque e ci appestano l'aria?». Ma dovevamo parlare di Fausto... «E infatti, di Fausto
stiamo parlando». Fausto che aveva trent'anni, era curioso della vita e giocava così
bene a carte che batteva il vigile urbano Donato. Fausto che comunicava con uno sguardo ed
era svelto con il computer che gli aveva regalato Antonio Guidi, l'ex ministro della
Famiglia, venuto a Vaglio a trovarlo e, alla notizia della morte del ragazzo, durissimo
con la burocrazia: «La morte di Fausto - ha commentato Guidi - e' stata una vittoria
della stupidita'». Fausto che viveva con i genitori, Lucia e Antonio, contadini, e due
fratelli di qualche anno piu' giovani di lui, Rocco e Rosa. L'uno ragioniere, l'altra che
sta per laurearsi in Legge. In una casa modesta e pulitissima, con gli oggetti semplici
eppure «magici» della civilta' contadina appesi alle pareti: chiavi di ferro, pentole di
rame rosso, ferri di cavallo. Un quadretto d'altri tempi, con la finestra che da' sulla
vallata verdissima e riempita dal sole, e fuori, accanto all'ingresso, nel minuscolo vico
Duca d'Aosta, la porta che Fausto faceva aprire ogni mattina, ogni pomeriggio, ogni sera.
La porta del locale in cui alloggiava Rondella, la cavalla di famiglia, la «sua»
cavalla. Un locale che da un certo momento in poi e' diventata la sconcia, puzzolente,
insopportabile stalla di una cavalla sfacciata che pensava di poter vivere dentro il
consorzio umano. E' accaduto un anno fa, quando alcuni ragazzi hanno fatto una festa fino
alle quattro del mattino in una casa vicina a quella dei Cirigliano. Il giorno dopo,
Antonio, il papa' di Fausto, si e' lamentato per il baccano e i rifiuti abbandonati nel
vico. Per ripicca, Rondella viene segnalata alle autorita' come cavalla sporcacciona.
L'ufficiale sanitario fa il sopralluogo, il commissario prefettizio Fulvia Zinno emette
un'ordinanza di sgombero, i vigili notificano. L'ordinanza viene prorogata una, due, tre
volte, con il nuovo sindaco, Rocco Cammarota. Poi viene eseguita. Mai la stessa solerzia
pero' - quindi nemmeno in questo Comune di 2.200 abitanti, che per fortuna ha solo tre
handicappati e due assistenti sociali - per capire, approfondire, chiedersi - la questione
e' arrivata fino al Tar - se, per il povero Fausto, Rondella poteva essere un «oggetto
transizionale». Cioe' una cosa, un animale, una persona, sulla quale chi e' meno
fortunato riversa il suo amore e il suo interesse per crearsi equilibri che la natura o le
circostanze gli hanno negato. Lo teorizzava uno psicologo: ma pensate che qui qualcuno si
sia mai chiesto chi e' il dottor D. W. Winnicott?
Carlo Vulpio
Maggio
1999


|