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Nel
1995 in Italia è avvenuto un vero e proprio terremoto al centro dello
schieramento politico e in particolare all'interno del maggiore partito
italiano la Democrazia Cristiana. Da questa deflagrazione sono venuti
fuori, prima e dopo il 1995, ben forze 7 politiche distinte (Partito
Popolare, Patto Segni, La Rete, Cdu, Ccd, Udr, Udeur) che si sono
collocati a destra o a sinistra dello schieramento politico. Alcune di
esse o i loro maggiori esponenti si sono alleate ora col Centro-destra ora
col Centro-sinistra. Soltanto il Ppi, il Ccd di Casini e la quasi
scomparsa Rete hanno fatto parte sempre dello schieramento.
Naturalmente i voti della DC non sono tutti andati a queste forze ma molti
sono andati a Forza Italia, ad Alleanza Nazionale, ai Democratici di
Sinistra ai Democratici e in misura minore ad altre forze.
Personalmente da ex militante della DC, data la mia giovane età del
Movimento Giovanile della stessa, ho sempre ritenuto che la DC fosse un
grande contenitore di valori, culture, tradizioni, uomini e grandi risorse
umane che tenevano insieme i militanti, gli iscritti e creavano il
consenso. Allo stesso tempo persistevano all'interno della DC origini
culturali e politiche distinte, strategie e obiettivi diversi, diversi
approcci alla gestione del potere e delle alleanze. Non dimentichiamo che
la DC è stato il partito di De Gasperi e di Dossetti, di Pella e di
Vanoni, di Tambroni e di La Pira, di Zaccagnini e di Andreotti, di Gava e
di Martinazzoli, uomini molto diversi tra loro nelle idee, nelle storie
personali e nelle prospettive future. Pensare che i collanti che hanno
tenuto insieme personalità così diverse siano state l'anticomunismo e la
gestione del potere (o per alcuni governabilità) può sembrare riduttivo
ma credo che in alcuni periodi storici il loro peso sia stato molto
rilevante. Personalmente, non ritenendo l'unità dei cattolici in politica
un valore, ho sempre auspicato una netta separazione tra i cattolici
riformisti (o democratici) e i conservatori. Questi filoni hanno
convissuto dentro la DC a volte prevalendo gli uni a volte gli altri, a
volte collaborando. Dal prevalere di una parte sull'altra sono scaturite
stagioni di riforme o di reazione.
Nel 1995 gli eredi riformisti della tradizione democristiana,
neutralizzando un colpo di mano di Buttiglione, hanno scelto l'alleanza
naturale con la sinistra e hanno partecipato alla fondazione de L'Ulivo
inaugurando una stagione di successi elettorali e di grandi riforme.
Ritengo veramente "naturale" l'alleanza con la sinistra e come
ripetuto spesso dai leader nazionali del Ppi "strategica" cioè
non soggetta a cambiamento nel breve termine quindi non temporanea fino a
che dall'altra parte c'è An o il leader è Berlusconi come qualcuno
dentro o fuori il Ppi ha pensato.
L'obiettivo del Ppi è quello di partecipare attivamente alla costruzione
di un polo riformista all'interno del Centro-sinistra che si candidi alla
guida del paese per continuare le riforme attuate o messe in cantiere dai
governi Prodi, D'Alema e Amato. In sostanza come diceva Prodi nella
campagna elettorale del 1996 la missione " è quella di cambiare il
sistema politico italiano, di innovare l'amministrazione pubblica per
cambiare l'Italia". Ad un anno dalla scadenza della legislatura gran
parte del programma de L'Ulivo è stato attuato, altro lo sarà nei mesi
successivi, altro sarà rinvigorito e aggiornato.
Se queste cose sono vere e condivise dal Ppi e dagli altri partiti di
centro del Centro-sinistra progetti di Terzo Polo alla D'Antoni (se ho ben
capito) o di Grande Centro alla Andreotti sono innaturali, irrealizzabili
perché Forza Italia (ma siamo veramente sicuri che FI è un partito
moderato e di Centro ?) non romperà mai l'alleanza con An e che non
verrebbe capita dal nostro elettorato. L'unico risultato concreto, credo,
sarebbe quello di correre i soccorso del vincitore, vizio tipicamente
italiano o cercare di riportare l'Italia indietro negli anni verso
l'instabilità di governo, la politica dei "due forni" di
andreottiana memoria distruggendo per sempre l'attuale sistema bipolare
che certo non è perfetto, che quindi va migliorato e non abbandonato.
dott.
Angelo Radica
Vice sindaco PPI di Tollo
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